BARI. Volge al termine, - ultimo giorno lunedì 7 Gennaio 2013 -, la 58ª Collettiva del Piccolo Formato, mostra che puntualmente ogni anno, sin dal lontano 1956, per il perdurare delle festività natalizie, viene allestita presso “La Nuova Vernice” di Bari, in piazza Massari n. 6.
In passerella pittori, scultori e fotografi con accattivanti opere, a rendere omaggio alla storica Galleria situata in quel contesto architettonico di pregevole bellezza qual è il Palazzo Diana nella nostra città. Tanti i lavori in esposizione. Antonio Bibbò presenta due opere bronzee: un medaglione a rappresentare un’aggraziata Cerere adagiata su augurali spighe di grano, e la figura a tutto tondo di una sinuosa danzatrice; Franco Bratta propone figurazioni floreali e paesaggistiche dai rapporti cromatici di intensa espressività; Giuseppe Busco presenta campi fioriti e mare, con tratti monocromi confluenti in una campitura coloristica di grande effetto, conferendo effetti visivi in uno spazio dinamico ed allo stesso tempo meditativo; Fioravante Cerra abile nella pennellata, materica e magistralmente decisa, nel suo “Luci dal bosco”. Annamaria Colasuonno, abile fotografa, ritrae valenti ballerine, soffermandosi sull’elemento gambe, fulcro portante per la danza. Ariana Costantino e Cristiana Grandolfo si presentano prendendo spunto dalla Natura: la prima dipinge chiome arboree sotto un cielo ceruleo d’un impasto ad olio ottenuto con vera maestria, la seconda attingendo ad una vena “fanciullina”, riuscendo ad imprimere nelle sue opere tanta lievità e delicatezza, e lavorando ai vari elementi con mano decisa e con contrasti allegri di colore.
È la volta poi di Carlo Fasani, un pittore dal tocco maestro riguardo ai tetti: di rosso dipinti e con una tale bravura da catturare subito lo sguardo dei visitatori, quasi un magico impatto.
Una lunga lista ancora di artisti.
Umberto Marzo e la sua allieva Grazia Lops, che dipingono nature morte di notevole effetto: frutti rubati al mare abbinati a due calici di champagne, testimoni di un’atmosfera di calda intimità… E che dire di Gianluca Rizzi Galvano? Un fotografo e pirografista colto. Omaggia Gustav Klimt con una sua interessante tavola e coglie poi in uno scatto molto professionale il lasciarsi accarezzare dalla sabbia di una ragazza distesa sul fianco, in riva al mare.
Quasi impalpabilità e trasparenza nelle sovrapposizioni di segni e colore nell’opera di Antonella Martino, che propone una composizione molto personale, aprendo a un simbolico che sentiamo come universale, che affonda le radici nella sensibilità, un segno che fluisce come forza di un’energia cosmica…
Maria Todaro è presente con i suoi temi federiciani, approntando scene inchiostrate a voler riesumare i dilemmi e le perplessità del grande personaggio a cui piace ispirarsi. Anna Passarella è presente con una marina dalle due barche in primo piano, nel ruolo di spettatrici, insieme audaci ed indifese, della potenza della Natura, il tutto in un dipinto che ben s’approccia all’intimo e all’umano propri dell’artista. Enzo Vitale desta viva approvazione con la sua opera ove è raffigurata una giovane ed avvenente donna che ha di fronte a sé l’immensità del mare, fornendo al fruitore ogni possibile tentativo di domande da porsi, riguardo ad uno scenario di sì tanta maestosità e di sì tanto mistero. E che dire del taglio personale ed originale di Michele Martinelli? Enigmatico il solo occhio con cui l’Artista e Poeta è solito rappresentare le sue creature.
Ad ognuno la libertà di immaginare, divagando tra i meandri della propria mente, la definizione della sua Donna-Sposa. Mentre Angela De Tommasi si lascia prendere dalla sacralità nel dipingere la facciata della Chiesa del Barsento, ne ammiriamo intanto il chiarore ed il senso di purezza che questi luoghi emanano, oltre alla competenza che l’artista dà modo di tastare. C’è poi Antonio Micheli, che espone un interessante scorcio in Bari Vecchia, impregnato di un chiarore notturno che fa rivivere odori e “sapori” allorché quei luoghi ci accingiamo a visitare. Marco Dioguardi si distingue per una pittura ad olio che riprende elementi geometrici facendo propria una tavolozza efficace per contenuto di forme e colori. Pierpaoli espone una libera interpretazione di figura di zucca di stampo allegorico, di un cromatismo che cattura, oltre a una composizione di elementi architettonici che riporta ad un alfabeto per una narrazione simbolica, intrisa della freschezza di un acquerello a primo impatto, nel mentre un’accurata visitazione dell’opera porterebbe a poterne definire un punto cardine quale riferimento ideale, od anche reale, secondo la prospettiva di riferimento. Un necessario problematizzare tra razionalità e fantasia, tra concretezza e spiritualità.
Romano Denza, artista poliedrico, scultore e ceramista, presenta due opere in ceramica di raffinata fattura: una monocromatica dalla superficie in rilievo e sinuosamente curvilinea, l’altra dal cromatismo dalle tonalità sfumate dell’azzurro a composizione geometrica, di elegante impatto visivo. Nicoletta Scaringi, l’arte impressa nel suo DNA per trasmissione genetica, partecipa con un lavoro elaborato, eseguito ad inchiostro di china, raffigurante svariati esemplari di conchiglie sulla scia del Nautilus, importante, misterioso, per via del numero aurico…e benaugurante oggetto, quando a sopravvivere è soltanto il guscio…
E, per finire, le opere di Maria De Pasquale e di Florenza Lessa, due pittrici che scandagliano lo scibile umano attraverso elementi che attingono alla Natura e le cui sembianze nella loro semplicità fanno riflettere, sull’importanza di quanto ci torni necessario guardare alla flora, alla fauna nel profondo o sulla superficie della vastità del mare.
L’Arte come mezzo per indagare, conoscere, che viene in soccorso dei sentimenti tristi, dell’animo obnubilato, che ci aiuta nel nostro percorso di vita.
In passerella pittori, scultori e fotografi con accattivanti opere, a rendere omaggio alla storica Galleria situata in quel contesto architettonico di pregevole bellezza qual è il Palazzo Diana nella nostra città. Tanti i lavori in esposizione. Antonio Bibbò presenta due opere bronzee: un medaglione a rappresentare un’aggraziata Cerere adagiata su augurali spighe di grano, e la figura a tutto tondo di una sinuosa danzatrice; Franco Bratta propone figurazioni floreali e paesaggistiche dai rapporti cromatici di intensa espressività; Giuseppe Busco presenta campi fioriti e mare, con tratti monocromi confluenti in una campitura coloristica di grande effetto, conferendo effetti visivi in uno spazio dinamico ed allo stesso tempo meditativo; Fioravante Cerra abile nella pennellata, materica e magistralmente decisa, nel suo “Luci dal bosco”. Annamaria Colasuonno, abile fotografa, ritrae valenti ballerine, soffermandosi sull’elemento gambe, fulcro portante per la danza. Ariana Costantino e Cristiana Grandolfo si presentano prendendo spunto dalla Natura: la prima dipinge chiome arboree sotto un cielo ceruleo d’un impasto ad olio ottenuto con vera maestria, la seconda attingendo ad una vena “fanciullina”, riuscendo ad imprimere nelle sue opere tanta lievità e delicatezza, e lavorando ai vari elementi con mano decisa e con contrasti allegri di colore.
È la volta poi di Carlo Fasani, un pittore dal tocco maestro riguardo ai tetti: di rosso dipinti e con una tale bravura da catturare subito lo sguardo dei visitatori, quasi un magico impatto.
Una lunga lista ancora di artisti.
Umberto Marzo e la sua allieva Grazia Lops, che dipingono nature morte di notevole effetto: frutti rubati al mare abbinati a due calici di champagne, testimoni di un’atmosfera di calda intimità… E che dire di Gianluca Rizzi Galvano? Un fotografo e pirografista colto. Omaggia Gustav Klimt con una sua interessante tavola e coglie poi in uno scatto molto professionale il lasciarsi accarezzare dalla sabbia di una ragazza distesa sul fianco, in riva al mare.
Quasi impalpabilità e trasparenza nelle sovrapposizioni di segni e colore nell’opera di Antonella Martino, che propone una composizione molto personale, aprendo a un simbolico che sentiamo come universale, che affonda le radici nella sensibilità, un segno che fluisce come forza di un’energia cosmica…
Maria Todaro è presente con i suoi temi federiciani, approntando scene inchiostrate a voler riesumare i dilemmi e le perplessità del grande personaggio a cui piace ispirarsi. Anna Passarella è presente con una marina dalle due barche in primo piano, nel ruolo di spettatrici, insieme audaci ed indifese, della potenza della Natura, il tutto in un dipinto che ben s’approccia all’intimo e all’umano propri dell’artista. Enzo Vitale desta viva approvazione con la sua opera ove è raffigurata una giovane ed avvenente donna che ha di fronte a sé l’immensità del mare, fornendo al fruitore ogni possibile tentativo di domande da porsi, riguardo ad uno scenario di sì tanta maestosità e di sì tanto mistero. E che dire del taglio personale ed originale di Michele Martinelli? Enigmatico il solo occhio con cui l’Artista e Poeta è solito rappresentare le sue creature.
Ad ognuno la libertà di immaginare, divagando tra i meandri della propria mente, la definizione della sua Donna-Sposa. Mentre Angela De Tommasi si lascia prendere dalla sacralità nel dipingere la facciata della Chiesa del Barsento, ne ammiriamo intanto il chiarore ed il senso di purezza che questi luoghi emanano, oltre alla competenza che l’artista dà modo di tastare. C’è poi Antonio Micheli, che espone un interessante scorcio in Bari Vecchia, impregnato di un chiarore notturno che fa rivivere odori e “sapori” allorché quei luoghi ci accingiamo a visitare. Marco Dioguardi si distingue per una pittura ad olio che riprende elementi geometrici facendo propria una tavolozza efficace per contenuto di forme e colori. Pierpaoli espone una libera interpretazione di figura di zucca di stampo allegorico, di un cromatismo che cattura, oltre a una composizione di elementi architettonici che riporta ad un alfabeto per una narrazione simbolica, intrisa della freschezza di un acquerello a primo impatto, nel mentre un’accurata visitazione dell’opera porterebbe a poterne definire un punto cardine quale riferimento ideale, od anche reale, secondo la prospettiva di riferimento. Un necessario problematizzare tra razionalità e fantasia, tra concretezza e spiritualità.
Romano Denza, artista poliedrico, scultore e ceramista, presenta due opere in ceramica di raffinata fattura: una monocromatica dalla superficie in rilievo e sinuosamente curvilinea, l’altra dal cromatismo dalle tonalità sfumate dell’azzurro a composizione geometrica, di elegante impatto visivo. Nicoletta Scaringi, l’arte impressa nel suo DNA per trasmissione genetica, partecipa con un lavoro elaborato, eseguito ad inchiostro di china, raffigurante svariati esemplari di conchiglie sulla scia del Nautilus, importante, misterioso, per via del numero aurico…e benaugurante oggetto, quando a sopravvivere è soltanto il guscio…
E, per finire, le opere di Maria De Pasquale e di Florenza Lessa, due pittrici che scandagliano lo scibile umano attraverso elementi che attingono alla Natura e le cui sembianze nella loro semplicità fanno riflettere, sull’importanza di quanto ci torni necessario guardare alla flora, alla fauna nel profondo o sulla superficie della vastità del mare.
L’Arte come mezzo per indagare, conoscere, che viene in soccorso dei sentimenti tristi, dell’animo obnubilato, che ci aiuta nel nostro percorso di vita.
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Cultura e Spettacoli