LECCE. Ancora un sequestro a Brindisi. I carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Lecce hanno sequestrato in localita' 'Monticello', nelle campagne di San Donaci, in provincia, un parco fotovoltaico esteso su una superficie di 60 mila metri quadrati, costituito da cinque impianti confinanti di produzione di energia elettrica, ciascuno di potenza inferiore a 1 megawatt. Ogni impianto dal punto vista formale appartiene a societa' diverse che pero' sono in realta' riconducibili ad un unico soggetto. Gli impianti sarebbero stati frazionati, secondo gli inquirenti, in modo artificioso per eludere le leggi di settore, nazionali e regionali.
Il provvedimento ha origine da un ricorso alla Cassazione presentato dalla Procura della Repubblica di Brindisi contro il dissequestro degli impianti gia' finiti sotto i sigilli del Noe il 21 marzo 2011. Poi il Tribunale del Riesame di Brindisi li aveva dissequestrati in difformita' di un rigetto del dissequestro da parte del gip. La Suprema Corte, invece, ha riconosciuto la logicita' degli argomenti sostenuti dal gip ed ha annullato con rinvio l'ordinanza, rimettendo gli atti al Tribunale del Riesame di Brindisi che ha confermato il rigetto del dissequestro disposto originariamente dal gip.
Il Noe, come ordinato dal procuratore aggiunto della Repubblica, Nicolangelo Ghizzardi, ha provveduto a disconnettere gli impianti fotovoltaici dalla connessione alla rete elettrica, con il conseguente blocco della produzione di energia ed interruzione della corresponsione degli incentivi previsti dalle norme. La disconnessione degli impianti alla rete elettrica segue un'analoga operazione di scollegamento effettuata dal Noe di Lecce per altri tre impianti (2 a San Donaci e 1 a Mesagne).
E' la prima volta che le indagini sulla realizzazione degli impianti fotovoltaici giungono fino al punto di bloccare la produzione di energia e, conseguentemente l'erogazione degli incentivi pubblici. Il valore complessivo dei beni sequestrati e' pari a circa 30 milioni di euro.
Il provvedimento ha origine da un ricorso alla Cassazione presentato dalla Procura della Repubblica di Brindisi contro il dissequestro degli impianti gia' finiti sotto i sigilli del Noe il 21 marzo 2011. Poi il Tribunale del Riesame di Brindisi li aveva dissequestrati in difformita' di un rigetto del dissequestro da parte del gip. La Suprema Corte, invece, ha riconosciuto la logicita' degli argomenti sostenuti dal gip ed ha annullato con rinvio l'ordinanza, rimettendo gli atti al Tribunale del Riesame di Brindisi che ha confermato il rigetto del dissequestro disposto originariamente dal gip.
Il Noe, come ordinato dal procuratore aggiunto della Repubblica, Nicolangelo Ghizzardi, ha provveduto a disconnettere gli impianti fotovoltaici dalla connessione alla rete elettrica, con il conseguente blocco della produzione di energia ed interruzione della corresponsione degli incentivi previsti dalle norme. La disconnessione degli impianti alla rete elettrica segue un'analoga operazione di scollegamento effettuata dal Noe di Lecce per altri tre impianti (2 a San Donaci e 1 a Mesagne).
E' la prima volta che le indagini sulla realizzazione degli impianti fotovoltaici giungono fino al punto di bloccare la produzione di energia e, conseguentemente l'erogazione degli incentivi pubblici. Il valore complessivo dei beni sequestrati e' pari a circa 30 milioni di euro.