Congresso della Fai Cisl di Foggia, Bambacigno rieletto segretario generale
FOGGIA. “Un sindacato libero, autonomo da partiti e governi, che si confronta da pari con il sistema politico-economico, per mettere al centro della propria azione il lavoratore, difendendone i diritti, in special modo dei meno protetti, e la dignità a prescindere da colore di pelle, credo politico o religioso”. E’ la Fai Cisl secondo Franco Bambacigno, rieletto segretario generale territoriale nel congresso svoltosi a Manfredonia il 26 gennaio 2013. "Il lavoro agro-alimentare per uno sviluppo nella solidarietà" è stato il tema del quinto congresso provinciale della federazione agricola, tenutosi alla presenza del segretario generale della Ust Cisl, Emilio Di Conza, del segretario generale della Fai di Puglia, Paolo Frascella, e del segretario nazionale, Fabrizio Scatà. Il congresso ha eletto membri della segreteria territoriale: Michele Iannetti, Rosaria Bambacigno e Luciano Di Nunno.
Per Bambacigno, “bisogna rimettere al primo posto il lavoro, impegnandosi ad abbattere il precariato, la disoccupazione, in particolare quella femminile e giovanile, il lavoro nero ed il caporalato, che in un mercato del lavoro agricolo liberalizzato prospera e si arricchisce sulla pelle dei più bisognosi. Un grande sindacato – ha detto nella sua articolata relazione – si vede nei momenti in cui bisogna assumere la responsabilità di trattare e sottoscrivere accordi, scevri da condizionamenti, badando esclusivamente all’interesse dei lavoratori. La scelta di autonomia della Cisl ha consentito una esperienza di libertà, pluralismo ed opposizione alle strumentalizzazioni di certa politica”.
Con la crisi anche il settore agroalimentare di Capitanata ha subito contraccolpi, in un contesto già molto difficile; ciò nonostante siamo riusciti – ha rivendicato Bambacigno – a chiudere un contratto per gli alimentaristi che garantisse la tutela dei diritti e rilanciasse la contrattazione di secondo livello, oltre al recupero del potere di acquisto delle retribuzioni”. Il segretario della Fai ha assicurato la medesima determinazione nel perseguire l’obiettivo del rinnovo del contratto dei dipendenti dei Consorzi di Bonifica, “che ancora non vede via di soluzione per l’atteggiamento arrogante dello SNEBI. E’ un obiettivo insostituibile per dare serenità ai lavoratori e al comparto ed evitare conflitti sociali che certamente non gioverebbero - ha aggiunto Bambacigno - ai fruitori dei servizi consortili”.
In questi anni, i diritti dei braccianti agricoli sono stati calpestati da datori di lavoro senza scrupoli e da chi specula per evadere salari e contributi, danneggiando anche le casse dello Stato. In Capitanata ne tocchiamo con mano le conseguenze, basta scorrere gli elenchi annuali dei lavoratori per rendersi conto che qualcosa non quadra. Troppi sono riportati con un numero di giornate sotto la soglia delle cinquantuno e la stragrande maggioranza sono di provenienza comunitaria o extra comunitaria, con una crescita consistente nella fase della raccolta del pomodoro dove i meccanismi di reclutamento son ben noti. Fenomeni al di là del caporalato tradizionale che espongono ai più volgari ricatti”.
Per il sindacato, “bisogna puntare alla qualità del lavoro e alla certezza della produzione che deve essere certificata con il marchio di provenienza. La nostra agricoltura ha fatto passi enormi nel campo delle produzioni intensive non accompagnati però da un sistema industriale e infrastrutturale adeguato. Nella creazione di infrastrutture, il nostro territorio è in notevole ritardo e questo incide negativamente sulla produttività del sistema agricolo, per il quale la viabilità, i trasporti su gomma e su rotaia, via mare e via aerea, le aree attrezzate per gli investimenti produttivi, le strutture per lo stoccaggio e la conservazione della produzione agro-alimentare sono indispensabili per consentire – ha sottolineato Bambacigno - l’attrazione di nuove imprese, per recuperare competitività e rispondere alle sfide della mondializzazione dei mercati”.
www.cislfoggia.it
Per Bambacigno, “bisogna rimettere al primo posto il lavoro, impegnandosi ad abbattere il precariato, la disoccupazione, in particolare quella femminile e giovanile, il lavoro nero ed il caporalato, che in un mercato del lavoro agricolo liberalizzato prospera e si arricchisce sulla pelle dei più bisognosi. Un grande sindacato – ha detto nella sua articolata relazione – si vede nei momenti in cui bisogna assumere la responsabilità di trattare e sottoscrivere accordi, scevri da condizionamenti, badando esclusivamente all’interesse dei lavoratori. La scelta di autonomia della Cisl ha consentito una esperienza di libertà, pluralismo ed opposizione alle strumentalizzazioni di certa politica”.
Con la crisi anche il settore agroalimentare di Capitanata ha subito contraccolpi, in un contesto già molto difficile; ciò nonostante siamo riusciti – ha rivendicato Bambacigno – a chiudere un contratto per gli alimentaristi che garantisse la tutela dei diritti e rilanciasse la contrattazione di secondo livello, oltre al recupero del potere di acquisto delle retribuzioni”. Il segretario della Fai ha assicurato la medesima determinazione nel perseguire l’obiettivo del rinnovo del contratto dei dipendenti dei Consorzi di Bonifica, “che ancora non vede via di soluzione per l’atteggiamento arrogante dello SNEBI. E’ un obiettivo insostituibile per dare serenità ai lavoratori e al comparto ed evitare conflitti sociali che certamente non gioverebbero - ha aggiunto Bambacigno - ai fruitori dei servizi consortili”.
In questi anni, i diritti dei braccianti agricoli sono stati calpestati da datori di lavoro senza scrupoli e da chi specula per evadere salari e contributi, danneggiando anche le casse dello Stato. In Capitanata ne tocchiamo con mano le conseguenze, basta scorrere gli elenchi annuali dei lavoratori per rendersi conto che qualcosa non quadra. Troppi sono riportati con un numero di giornate sotto la soglia delle cinquantuno e la stragrande maggioranza sono di provenienza comunitaria o extra comunitaria, con una crescita consistente nella fase della raccolta del pomodoro dove i meccanismi di reclutamento son ben noti. Fenomeni al di là del caporalato tradizionale che espongono ai più volgari ricatti”.
Per il sindacato, “bisogna puntare alla qualità del lavoro e alla certezza della produzione che deve essere certificata con il marchio di provenienza. La nostra agricoltura ha fatto passi enormi nel campo delle produzioni intensive non accompagnati però da un sistema industriale e infrastrutturale adeguato. Nella creazione di infrastrutture, il nostro territorio è in notevole ritardo e questo incide negativamente sulla produttività del sistema agricolo, per il quale la viabilità, i trasporti su gomma e su rotaia, via mare e via aerea, le aree attrezzate per gli investimenti produttivi, le strutture per lo stoccaggio e la conservazione della produzione agro-alimentare sono indispensabili per consentire – ha sottolineato Bambacigno - l’attrazione di nuove imprese, per recuperare competitività e rispondere alle sfide della mondializzazione dei mercati”.
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