BARI. La bellezza come tema portante di scelte concrete, la qualità come chiave di ogni trasformazione del territorio. È questo il filo conduttore del disegno di legge promosso dal sindaco Michele Emiliano e da Legambiente e presentato questa mattina a Roma nel corso di una conferenza stampa, alla quale è intervenuto lo stesso Emiliano: una proposta per fare della prossima legislatura, finalmente, un’occasione di cambiamento.
Il testo - già sottoscritto da numerose personalità del mondo della cultura e dello spettacolo, delle imprese e della scienza - sarà sottoposto ai candidati alle elezioni affinché lo facciano proprio, e ai sindaci italiani. Tra questi ultimi hanno già aderito, oltre al sindaco di Bari Michele Emiliano e al sindaco di Pollica Stefano Pisani, tra i promotori dell’iniziativa, anche Graziano Delrio (sindaco di Reggio Emilia e presidente Anci) e Giusi Nicolini (sindaco di Lampedusa e Linosa).
La bellezza è la principale caratteristica che il mondo riconosce all’Italia ma anche e soprattutto un fattore decisivo su cui costruire il nostro sviluppo - si legge nella premessa al disegno di legge -. Puntare sulla bellezza è un obiettivo imprescindibile e una chiave fondamentale per capire come il nostro Paese possa ritrovare le idee e la forza per guardare con ottimismo al futuro.
“Proporre una legge per la bellezza del nostro Paese - ha dichiarato Michele Emiliano - significa ricominciare a sperare in noi stessi, riprendere fiducia, avere un’idea di sé fondata sull’autostima e non sulla depressione. La proposta, nata insieme al sindaco di Pollica Stefano Pisani e ai sindaci del Cilento nel solco dell’esperienza di Angelo Vassallo, è stata presentata nel dicembre 2011 nel Teatro Petruzzelli nel corso di un convegno organizzato dal Comune insieme a Legambiente. Abbiamo cominciato così un percorso congiunto che culmina oggi con la presentazione di questo lavoro straordinario sotto il profilo giuridico e dei contenuti, che potrebbe davvero cambiare la prospettiva del nostro Paese”.
Emiliano ha poi ricordato la genesi di questo cammino: “siamo partiti dalla consapevolezza che i sindaci non dispongono oggi di strumenti giuridici adeguati per liberare le città dalle brutture e dalle illegalità ambientali, pur vivendo in un Paese che sul patrimonio naturale, storico e artistico fonda la sua stessa identità. All’interno della proposta di disegno di legge ci sono alcune intuizioni fondamentali, ad esempio dare la possibilità ai privati di demolire immobili abbandonati, incompiuti o che deturpano il panorama, compensando quei volumi in zone già costruite e in linea con i piani urbanistici delle città. Più in generale oggi affermiamo che bellezza e ricchezza non sono affatto termini contrapposti, tutt’altro”.
“La bellezza dev’essere il binario centrale sul quale il treno della politica deve cominciare a viaggiare - ha sottolineato Stefano Pisani -. C’è bisogno, oltre ad una legge dello Stato italiano, di un cambiamento culturale che orienti le azioni delle generazioni future. Devono contribuire i sindaci, che oggi interpretano la ricostituzione della bellezza del nostro Paese. Ciascuno darà man forte alla proposta di legge odierna e facciamo partire Cento progetti per la bellezza, prendendo spunto da quanto contenuto nel progetto di Legambiente e traducendolo in fatti concreti”.
“Questo Paese non produce più nuova bellezza, se non per qualche oggetto isolato. Le periferie, il consumo di suolo, l’abusivismo, l’emarginazione dei giovani, l’individualismo esasperato, i tagli alla cultura e alla scuola sono tutti fenomeni che rubano bellezza al nostro Paese. Proprio la bellezza invece - ha dichiarato il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, che in conferenza stampa ha ricordato che l’idea è stata lanciata per la prima volta proprio nel Teatro Petruzzelli di Bari - può essere la chiave per rivedere politiche che interessano fortemente il territorio e concorrono in maniera rilevante a definirne caratteri e qualità. Nella nostra idea di bellezza l’attività antropica, il ruolo delle comunità e degli individui, è centrale. L’intento della proposta che avanziamo - prosegue Cogliati Dezza - è di innescare nei territori processi di trasformazione che puntino a rendere più belle, moderne e vivibili le città italiane, a migliorare la qualità della convivenza, del benessere individuale e collettivo e a muovere la creatività. La sfida, insomma, è invertire la tendenza, promuovendo un modello di sviluppo alternativo a quello che ha distrutto la bellezza naturale senza produrne di nuova”.
Il disegno di legge è composto da 10 articoli, che riorganizzano in un sistema unico i provvedimenti legislativi inerenti alla qualità del territorio e definiscono chiaramente il percorso da intraprendere per rimettere al centro la bellezza nelle sue tante declinazioni operative. La bellezza patrimonio del Paese; Tutela e riqualificazione del patrimonio paesaggistico italiano; Tutela del suolo e contenimento del consumo; Bellezza delle opere pubbliche e concorsi di progettazione; Rigenerazione urbana; Contributo per la tutela del suolo e la rigenerazione urbana; Repressione dell’abusivismo edilizio e recupero ambientale delle aree; Dibattito pubblico per l’approvazione delle infrastrutture di interesse nazionale; Bando di idee per la bellezza; Bellezza dei gesti e senso civico.
“Con queste proposte - ha aggiunto il presidente di Legambiente - si cambia strada in modo inequivocabile: concorsi di progettazione, demolizioni degli abusi, stop al consumo di suolo, investimenti in recupero e cultura, valorizzazione della bellezza e del civismo. Ai partiti e ai candidati chiediamo un impegno vero per far entrare questi temi nella campagna elettorale e nei programmi, per poi trasformarli in una legge nella prossima legislatura”.
Per far conoscere ai cittadini la proposta di legge, trovare adesioni e creare mobilitazione, Legambiente organizza una campagna itinerante - Italia, bellezza, futuro - che lega i temi oggetto della legge a situazioni territoriali concrete e simboliche, attraversando fino ad aprile diversi luoghi d’Italia. Un viaggio tra luoghi, storie e persone che stanno costruendo un pezzo di futuro ‘di bellezza e qualità’, con un investimento su giovani, conoscenza e innovazione e minori disuguaglianze interne”.
Si parte il 19 gennaio da Paestum per parlare del progetto di azionariato popolare finalizzato a riqualificare l’intero perimetro originario dell’area archeologica e dal San Carlo di Napoli per la prima rappresentazione del Rusalka di Antonin Dvorak. Si continua, poi, per Agrigento per affrontare il caso di abusivismo dell’abbattimento della scala dei Turchi. Si fa tappa alle Cinque Terre per parlare di tutela paesaggistica dopo l’alluvione, si pedala per Roma per una mobilitazione ulteriore per la pedonalizzazione del Colosseo, ci si ferma a Pollica per la riqualificazione dei borghi storici. All’Auditorium di Renzo Piano all’Aquila si terrà un incontro sulla bellezza della cultura come chiave di rinascita della città, sulle Dolomiti si parlerà della delicatezza del sito patrimonio Unesco, a Torino ci si interrogherà sullo spazio attuale per i giovani e la creatività. Infine appuntamento a Bari con i sindaci che stanno sottoscrivendo il testo proposto da Legambiente.
Il testo - già sottoscritto da numerose personalità del mondo della cultura e dello spettacolo, delle imprese e della scienza - sarà sottoposto ai candidati alle elezioni affinché lo facciano proprio, e ai sindaci italiani. Tra questi ultimi hanno già aderito, oltre al sindaco di Bari Michele Emiliano e al sindaco di Pollica Stefano Pisani, tra i promotori dell’iniziativa, anche Graziano Delrio (sindaco di Reggio Emilia e presidente Anci) e Giusi Nicolini (sindaco di Lampedusa e Linosa).
La bellezza è la principale caratteristica che il mondo riconosce all’Italia ma anche e soprattutto un fattore decisivo su cui costruire il nostro sviluppo - si legge nella premessa al disegno di legge -. Puntare sulla bellezza è un obiettivo imprescindibile e una chiave fondamentale per capire come il nostro Paese possa ritrovare le idee e la forza per guardare con ottimismo al futuro.
“Proporre una legge per la bellezza del nostro Paese - ha dichiarato Michele Emiliano - significa ricominciare a sperare in noi stessi, riprendere fiducia, avere un’idea di sé fondata sull’autostima e non sulla depressione. La proposta, nata insieme al sindaco di Pollica Stefano Pisani e ai sindaci del Cilento nel solco dell’esperienza di Angelo Vassallo, è stata presentata nel dicembre 2011 nel Teatro Petruzzelli nel corso di un convegno organizzato dal Comune insieme a Legambiente. Abbiamo cominciato così un percorso congiunto che culmina oggi con la presentazione di questo lavoro straordinario sotto il profilo giuridico e dei contenuti, che potrebbe davvero cambiare la prospettiva del nostro Paese”.
Emiliano ha poi ricordato la genesi di questo cammino: “siamo partiti dalla consapevolezza che i sindaci non dispongono oggi di strumenti giuridici adeguati per liberare le città dalle brutture e dalle illegalità ambientali, pur vivendo in un Paese che sul patrimonio naturale, storico e artistico fonda la sua stessa identità. All’interno della proposta di disegno di legge ci sono alcune intuizioni fondamentali, ad esempio dare la possibilità ai privati di demolire immobili abbandonati, incompiuti o che deturpano il panorama, compensando quei volumi in zone già costruite e in linea con i piani urbanistici delle città. Più in generale oggi affermiamo che bellezza e ricchezza non sono affatto termini contrapposti, tutt’altro”.
“La bellezza dev’essere il binario centrale sul quale il treno della politica deve cominciare a viaggiare - ha sottolineato Stefano Pisani -. C’è bisogno, oltre ad una legge dello Stato italiano, di un cambiamento culturale che orienti le azioni delle generazioni future. Devono contribuire i sindaci, che oggi interpretano la ricostituzione della bellezza del nostro Paese. Ciascuno darà man forte alla proposta di legge odierna e facciamo partire Cento progetti per la bellezza, prendendo spunto da quanto contenuto nel progetto di Legambiente e traducendolo in fatti concreti”.
“Questo Paese non produce più nuova bellezza, se non per qualche oggetto isolato. Le periferie, il consumo di suolo, l’abusivismo, l’emarginazione dei giovani, l’individualismo esasperato, i tagli alla cultura e alla scuola sono tutti fenomeni che rubano bellezza al nostro Paese. Proprio la bellezza invece - ha dichiarato il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, che in conferenza stampa ha ricordato che l’idea è stata lanciata per la prima volta proprio nel Teatro Petruzzelli di Bari - può essere la chiave per rivedere politiche che interessano fortemente il territorio e concorrono in maniera rilevante a definirne caratteri e qualità. Nella nostra idea di bellezza l’attività antropica, il ruolo delle comunità e degli individui, è centrale. L’intento della proposta che avanziamo - prosegue Cogliati Dezza - è di innescare nei territori processi di trasformazione che puntino a rendere più belle, moderne e vivibili le città italiane, a migliorare la qualità della convivenza, del benessere individuale e collettivo e a muovere la creatività. La sfida, insomma, è invertire la tendenza, promuovendo un modello di sviluppo alternativo a quello che ha distrutto la bellezza naturale senza produrne di nuova”.
Il disegno di legge è composto da 10 articoli, che riorganizzano in un sistema unico i provvedimenti legislativi inerenti alla qualità del territorio e definiscono chiaramente il percorso da intraprendere per rimettere al centro la bellezza nelle sue tante declinazioni operative. La bellezza patrimonio del Paese; Tutela e riqualificazione del patrimonio paesaggistico italiano; Tutela del suolo e contenimento del consumo; Bellezza delle opere pubbliche e concorsi di progettazione; Rigenerazione urbana; Contributo per la tutela del suolo e la rigenerazione urbana; Repressione dell’abusivismo edilizio e recupero ambientale delle aree; Dibattito pubblico per l’approvazione delle infrastrutture di interesse nazionale; Bando di idee per la bellezza; Bellezza dei gesti e senso civico.
“Con queste proposte - ha aggiunto il presidente di Legambiente - si cambia strada in modo inequivocabile: concorsi di progettazione, demolizioni degli abusi, stop al consumo di suolo, investimenti in recupero e cultura, valorizzazione della bellezza e del civismo. Ai partiti e ai candidati chiediamo un impegno vero per far entrare questi temi nella campagna elettorale e nei programmi, per poi trasformarli in una legge nella prossima legislatura”.
Per far conoscere ai cittadini la proposta di legge, trovare adesioni e creare mobilitazione, Legambiente organizza una campagna itinerante - Italia, bellezza, futuro - che lega i temi oggetto della legge a situazioni territoriali concrete e simboliche, attraversando fino ad aprile diversi luoghi d’Italia. Un viaggio tra luoghi, storie e persone che stanno costruendo un pezzo di futuro ‘di bellezza e qualità’, con un investimento su giovani, conoscenza e innovazione e minori disuguaglianze interne”.
Si parte il 19 gennaio da Paestum per parlare del progetto di azionariato popolare finalizzato a riqualificare l’intero perimetro originario dell’area archeologica e dal San Carlo di Napoli per la prima rappresentazione del Rusalka di Antonin Dvorak. Si continua, poi, per Agrigento per affrontare il caso di abusivismo dell’abbattimento della scala dei Turchi. Si fa tappa alle Cinque Terre per parlare di tutela paesaggistica dopo l’alluvione, si pedala per Roma per una mobilitazione ulteriore per la pedonalizzazione del Colosseo, ci si ferma a Pollica per la riqualificazione dei borghi storici. All’Auditorium di Renzo Piano all’Aquila si terrà un incontro sulla bellezza della cultura come chiave di rinascita della città, sulle Dolomiti si parlerà della delicatezza del sito patrimonio Unesco, a Torino ci si interrogherà sullo spazio attuale per i giovani e la creatività. Infine appuntamento a Bari con i sindaci che stanno sottoscrivendo il testo proposto da Legambiente.