Legge Salva-Ilva, atti passano alla Consulta. Libertà vigilata a Londra per Fabio Riva
Il presidente dell'Ilva Bruno Ferrante |
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Il Garante nominato dal Governo per l'attuazione dell'Aia avrà a disposizione i più ampi poteri per verificare il rispetto degli impegni da parte dell'azienda.
Intanto il gip del Tribunale di Taranto Patrizia Todisco ha accolto la richiesta della Procura sollevando questione di legittimità costituzionale della legge 231 'Salva Ilva' e inviando gli atti alla Consulta. Anche il Tribunale di Taranto, in funzione di giudice dell'appello, la scorsa settimana aveva sollevato dubbi di costituzionalità della legge 231 rimettendo gli atti alla Consulta e sospendendo il giudizio in attesa della decisione della Corte costituzionale.
Se la magistratura deciderà di dissequestrare i prodotti finiti e semilavorati giacenti sulle banchine del porto, i soldi incassati dalla vendita della merce saranno destinati ad adempiere alle prescrizioni dell'Autorizzazione integrata ambientale, a pagare gli stipendi e "a quant'altro necessario per la sopravvivenza dell'azienda", e tutto questo potrebbe essere controllato dal Garante dell'Aia. Così l'Ilva ha ribadito che l'unica svolta positiva potrebbe arrivare solo se i giudici faranno qualche passo indietro. Il messaggio ha come primo destinatario il gip del Tribunale di Taranto Patrizia Todisco, chiamato a decidere sull'istanza di dissequestro dei prodotti avanzata dall'azienda. Una posizione, quella dell'azienda, che non rappresenta una novità, così come non c'é stata svolta dall'incontro che il presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante, ha avuto con i vertici sindacali di categoria di Fim, Fiom e Uilm.
Fabio Riva |
La Procura della Repubblica di Taranto aveva chiesto il 27 novembre al gip del Tribunale Patrizia Todisco l'emissione di un mandato di arresto europeo nei confronti di Fabio Riva, vicepresidente di Riva Fire, ricercato dal 26 novembre scorso nell'ambito dell'inchiesta per disastro ambientale a carico dei vertici dell'Ilva di Taranto.
Nei confronti di Fabio Riva il gip ha firmato il 26 novembre una ordinanza di custodia cautelare in carcere con le accuse di associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale, emissione di sostanze nocive e avvelenamento da diossina di sostanze alimentari.
Riva ora e' in liberta' vigilata a Londra, a disposizione delle autorita' inglesi. Lo precisa l'Ilva. "Oggi a Londra si e' svolta l'udienza per discutere davanti a Fabio Riva del mandato di arresto internazionale emesso dall'autorita' giudiziaria italiana. Riva sapeva di cinque giorni di questa udienza e quindi si e' presentato", ha spiegato un portavoce dell'azienda.
Situazione sempre più incandescente, dunque, per l'azienda. A margine dell'incontro con le organizzazioni sindacali, l'azienda dichiara che, nell'auspicata ipotesi di un dissequestro dei prodotti lavorati e semilavorati, i proventi della commercializzazione verranno destinati come è ovvio che sia agli adempimenti previsti dall'Aia, al pagamento delle retribuzioni dei lavoratori e a quant'altro necessario per la sopravvivenza dell'azienda. Lo rende noto la stessa azienda in un comunicato.
Il Garante nominato, ai sensi dell'art 3 comma 4 della legge 231 2012, potrà controllare l'attuazione di tali impegni, conclude la nota.
"Spero che sull'Ilva non sia necessario adottare un altro provvedimento". Lo ha detto il ministro dell'Ambiente Corrado Clini. "L'unico obiettivo del dissequestro Ilva - ha spiegato il ministro - è finanziare il risanamento ambientale e gli stipendi".