FOGGIA.
Al pagamento dell’IMU dovrebbe corrispondere il diritto della famiglia ad esercitare
la propria libertà di scelta educativa, così come viene riconosciuto dalla Costituzione
italiana, dalla legislazione europea e dalla Dichiarazione Universale dei diritti
dell’uomo. Questa la principale premessa del convegno “Imu e parità scolastica.
Un’eccezione in Europa?” organizzato dall’Istituto di Cultura e di Lingue
“Marcelline” e dalla Fondazione “Lorenzo Scillitani”, col patrocinio dell’Ufficio
Scuola e Università dell’Arcidiocesi di Foggia-Bovino e della Provincia di Foggia,
con la partecipazione del Comitato 16 settembre e l’adesione della Federazione Opere
Educative (Compagnia Delle Opere) e dell’Associazione Nazionale Famiglie
Numerose sezione di Foggia.
L’evento si terrà martedì 22 gennaio 2013, alle ore 18.00, presso l’Aula Magna del
Liceo Linguistico “C. Poerio” (corso Roma, 1 - Foggia).
A portare i propri saluti Graziano Infante, Preside dell’Istituto “Poerio”; don Bruno
D’Emilio, Responsabile dell’Ufficio Scuola e Università dell’Arcidiocesi di Foggia-
Bovino; Roberto Iuliani, Commissario della Fondazione “Scillitani”; Antonio
Montanino, Assessore alle Politiche Sociali della Provincia di Foggia.
Sono previsti gli interventi di Salvatore Abbruzzese, ordinario di Sociologia della
religione e dei processi culturali nell’Università di Trento, e di suor Anna Monia
Alfieri, legale rappresentante dell’Istituto di Cultura e di Lingue “Marcelline”.
Inoltre, Maria Chiara Parola, presidente Ass.ne AMA (A.M.A. – Associazione
Mariapaola Albertario) e coautrice con suor Alfieri e suor Miranda Moltedo del libro
“La buona scuola pubblica per tutti statale e paritaria”, porterà, in video-conferenza,
il proprio contributo sul tema.
Il convegno, moderato dalla giornalista Monica Gigante, intende offrire alla
cittadinanza e alle istituzioni locali una proficua occasione per parlare della scuola
pubblica nella sua duplice veste statale e paritaria (gestita da enti e organizzazioni
private), focalizzando l’attenzione sulla qualità dell’offerta formativa, sulle risorse
economiche necessarie per garantire a tutte le famiglie la libertà di scelta in campo
educativo e sul modello europeo di istruzione sia paritaria sia statale.
“La scuola paritaria – spiega suor Alfieri – per ottenere il riconoscimento di parità
deve rispondere a determinati requisiti (legge 62/2000) e standard qualitativi. Ciò
comporta per l’ente gestore delle spese, alle quali è possibile far fronte, in larga
misura, attraverso le rette delle famiglie. Difatti, per ogni studente di scuola non
statale, il contributo dello Stato non è poi così cospicuo: 584 euro per la scuola
dell’infanzia, 866 euro per la primaria, 106 euro per la secondaria di primo grado, 51
per la secondaria di secondo grado.
Invece, per ogni allievo della scuola statale la Repubblica Italiana spende 6116 euro
per la scuola dell’infanzia, 7366 euro per la primaria, 7688 euro per la secondaria di
primo grado e 8108 euro per la secondaria di secondo grado.
Gli studenti che frequentano le scuole paritarie sono circa un milione e, di
conseguenza, fanno risparmiare allo Stato italiano circa 6254 milioni di euro.
L’Imu, alla luce di questi dati, rischia di affossare la scuola paritaria perché priva gli
istituti di importanti risorse economiche, indispensabili per garantire un’offerta
formativa di qualità, e pone lo Stato nella difficile situazione di dover provvedere
(economicamente) agli studenti provenienti dalle scuole paritarie. Ci chiediamo dove
troveranno i soldi”.
“A ben vedere – commenta la legale rappresentante delle Marcelline – la scuola
paritaria costituisce anche una fonte di risparmio per le casse dello Stato, quindi,
penalizzarla in questo modo non solo è ingiusto sul piano normativo, ma è anche
autodistruttivo.
Tuttavia, – conclude suor Alfieri – ci preme ribadire che le scuole pubbliche
paritarie italiane pagherebbero più volentieri l’Imu, se a questa tassa
corrispondesse anche l’istituzione di voucher formativi, in grado di garantire alle
famiglie una vera e concreta libertà di scelta educativa per i propri figli”.
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