"La sanità pugliese annega in un mare di promesse”


BARI. “Sopralluoghi, denunce, promesse, parole, audizioni in commissione, scandali, annunci. Tutti inutile, l'ospedale della Alta Murgia, da quasi quindici anni è sempre ‘prossimo all'apertura’. Una storia che nessuno vorrebbe mai raccontare, quella della struttura tra Altamura e Gravina". A riferirlo il vicecapogruppo PdL in Consiglio regionale, Massimo Cassano.        
"Doveva rappresentare - aggiunge Cassano - il fiore all'occhiello della nostra sanità, e invece ancora oggi non si scorge la fine di questa assurda vicenda costata finora centinaia di milioni di euro, sebbene il cantiere sia stato inaugurato quando c'erano le lire, quando più o meno contemporaneamente partivano i lavori per la costruzione gli ospedali di Matera e «Miulli» di Acquaviva, abbondantemente finiti ed in funzione da anni.
Dalla Murgia al mare. Altre promesse disattese al ‘San Giacomo’ di Monopoli. L'ultimo atto? Quello di un protocollo d'intesa tra Regione Puglia, Asl Bari e Comune affinché nulla cambiasse in termini di offerta di assistenza sanitaria su un territorio altamente popolato ed a fortissima vocazione turistica. Tutto inutile, con una Regione che gioca a ‘far scivolare’ le questioni. Finora solo scelte coraggiose dell'amministrazione comunale, condivise dal gruppo Pdl alla Regione Puglia, hanno consentito un parziale ridimensionamento del danno. Ma del protocollo d'intesa che preveda alcune modifiche di situazioni organizzative, con un declassamento di unità operative che non dovrebbe però incidere in alcun modo sulla qualità e sui livelli dell'assistenza prestata, finora non c'è traccia.
Dal mare al capoluogo: Abbiamo letto sugli organi di informazione di anziani trasferiti in ospedali a centinaia di chilometri da casa, personale in perenne emergenza, operatori del ‘118’ sfiancati dai troppi disagi in cui sono costretti a svolgere la propria preziosissima opera, ricoverati costretti a portare cuscini e lenzuola da casa, stanze da sei posti letto con anche dieci ammalati barellati, ospedali altamente specialistici che ancora non riescono a decollare, liste di attesa sempre più lunghe anche per le patologie oncologiche. E non solo: ospedali messi in ginocchio dall'influenza stagionale, sale chirurgiche trasformate in postazioni di terapia intensiva, pronto soccorso in tilt, cantieri eterni per realizzare nuove strutture, intere aree del territorio prive di presidi di primo soccorso. A Carbonara, ex frazione di Bari, c'era un tempo il ‘Di Venere’, centro di eccellenza e punto di riferimento per il territorio. C'era, prima che i manager vendoliani decidessero il ‘declassamento’: interi reparti chiusi, posti letto dimezzati, servizi trasferiti altrove ed enormi disagi per gli ammalati. Grazie Vendola”, conclude Cassano.

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