Perseguitano ex mogli, due arresti a Bari

BARI. Ancora violenze e casi di stalking che vedono vittime le donne dal Barese. Due arresti sono stati eseguiti in provincia di Bari, sulla base di altrettante ordinanze di custodia cautelare, per persecuzioni ai danni di mogli separate. Ad Acquaviva delle Fonti un uomo di 44 anni e' stato sottoposto agli arresti domiciliari dai carabinieri poiche' sottoponeva la moglie di un anno piu' grande sin dall'inizio del matrimonio, risalente al 1998, a comportamenti minacciosi e vessatori.

Il marito era stato arrestato in flagranza di reato lo scorso mese di settembre e condannato con il rito direttissimo a sei mesi di reclusione e al divieto di avvicinamento alla vittima. La coppia ha tre figli, ora maggiorenni. L'uomo dovra' difendersi dalle accuse di maltrattamenti in famiglia e atti persecutori. La misura degli arresti e' stata emessa dal gip del Tribunale di Bari su richiesta della Procura della Repubblica.

Numerose le denunce presentate dalla donna: l'uomo l'avrebbe minacciata in un primo momento per costringerla ad andare via di casa unitamente ai figli e poi, quando ha appreso di un procedimento di separazione in corso e del reale trasferimento della donna nell'abitazione dei genitori, per costringerla a fare ritorno a casa. Ormai i figli erano costretti a 'scortarla' durante gli spostamenti per strada, nel corso dei quali spesso hanno dovuto affrontare e subire le inaudite violenze dell'uomo.

Storia simile nella frazione barese di Santo Spirito. Un 37enne incensurato, che non aveva mai accettato la decisione della moglie di separarsi, da circa un anno e mezzo le ha reso la vita impossibile, perseguitandola continuamente. Anche per lui arresti domiciliari in esecuzione di un'ordinanza del gip. Dovra' difendersi dall'accusa di atti persecutori.

Il provvedimento e' stato emesso dopo le numerose denunce presentate dalla donna diventata vittima di vessazioni, minacce ed aggressioni, avvenute anche in presenza dei figli minorenni e di persone estranee al nucleo familiare, che casualmente si sono trovate in compagnia della donna e persino dopo la notifica del provvedimento di divieto di avvicinamento ai luoghi da lei frequentati. Dopo la separazione di fatto, l'uomo era solito pedinarla sotto casa e sul posto di lavoro, la ingiuriava e la molestava con telefonate ed sms fatti recapitare anche sui telefoni cellulari dei suoi congiunti: aveva persino regalato alla figlia un telefonino attraverso cui riuscire a seguire i movimenti dell'ex coniuge. Il suo comportamento ossessivo, finalizzato ad indurre la donna a ritornare sulle sue decisioni, e' stato tale da ingenerarle uno stato d'ansia e di paura per la sua incolumita' e per le persone da lei frequentate, tanto da spingerla ad alterare le proprie abitudini di vita, evitando il piu' possibile di uscire di casa e comunque facendosi sempre accompagnare da qualcuno. La donna e' dovuta ricorrere spesso anche a cure mediche per le botte ricevute.

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