Questa sera il Circolo Arci Zero presenta a Brindisi la mostra “Non nominare il nome di Dio invano"
BRINDISI. Continuano le iniziative di grande cultura a Brindisi: questa sera, dalle ore 20:30, il Circolo Arci “Zero” inaugurerà la mostra fotografica "Non nominare il nome di Dio invano" di Marco Mignogna, accompagnata dal Dj Set di Antonio Morph Carassi, in cui sarà proposta una selezione di musica “new wave” ed elettronica.
Per quanto riguarda l’opera di Marco Mignogna, non si ferma alla concezione e all’esecuzione dello scatto, ma ridipinge le sue foto di sfumature ed effetti che vanno oltre la mera sperimentazione grafica. Le ombre sull’immagine, l’accento su alcune tinte, e l’esaltazione dei volumi assumono un significato ben preciso.
"Una riflessione sul senso autentico della sacralità e sulle indubbie contraddizioni dell’istituzione Chiesa dei nostri giorni, espressa attraverso immagini di figure e simboli" ha dichiarato Marco Mignogna "Una vera e propria denuncia di atteggiamenti e comportamenti celati da becero e fasullo moralismo. L’intento della mostra è quello di sottolineare l’incongruenza tra il Verbo di Dio e la degenerazione istituzionale, sociale, etica e morale che alcuni dei detentori di quel verbo incarnano. Una degenerazione dolorosa da considerare apertamente e coralmente. Un’ingiustizia oggettiva e ineccepibile, anche oggi che la tendenza è relativizzare, persino in ambito artistico, spazio culturale destrutturato per eccellenza".
Daniele Martini
Per quanto riguarda l’opera di Marco Mignogna, non si ferma alla concezione e all’esecuzione dello scatto, ma ridipinge le sue foto di sfumature ed effetti che vanno oltre la mera sperimentazione grafica. Le ombre sull’immagine, l’accento su alcune tinte, e l’esaltazione dei volumi assumono un significato ben preciso.
"Una riflessione sul senso autentico della sacralità e sulle indubbie contraddizioni dell’istituzione Chiesa dei nostri giorni, espressa attraverso immagini di figure e simboli" ha dichiarato Marco Mignogna "Una vera e propria denuncia di atteggiamenti e comportamenti celati da becero e fasullo moralismo. L’intento della mostra è quello di sottolineare l’incongruenza tra il Verbo di Dio e la degenerazione istituzionale, sociale, etica e morale che alcuni dei detentori di quel verbo incarnano. Una degenerazione dolorosa da considerare apertamente e coralmente. Un’ingiustizia oggettiva e ineccepibile, anche oggi che la tendenza è relativizzare, persino in ambito artistico, spazio culturale destrutturato per eccellenza".
Daniele Martini