LECCE. L’assessore Attilio Monosi ripercorre la vicenda legata all’adeguamento delle rendite catastali: “E’ stata respinta la richiesta del sindaco Perrone di sospensione del procedimento per venire incontro ai cittadini in questo difficile momento economico”.
“L'aumento delle rendite catastali – come si ricorderà - era stato previsto nel 2010 quando ancora l'Imu non esisteva e nessuno avrebbe mai potuto prevederla. Peraltro, le rendite catastali risalivano al 1991 ed erano le più basse della Puglia.
La necessità di rivederle è nata dal fatto che in alcuni quartieri la differenza tra le rendite e i valori di mercato era troppo alta. Era giusto, infatti, che una casa del centro storico, e quindi di grande pregio, avesse la stessa rendita di una casa ubicata in periferia. L’intento, dunque, era quello di garantire un principio di equità tributaria e patrimoniale per i proprietari degli immobili comunali.
Nonostante questo, quando il Governo centrale decise di introdurre l'Imu abbiamo cercato di fermare il procedimento di rivalutazione delle rendite catastali. Il sindaco Paolo Perrone ha scritto una lettera al direttore dell’Agenzia del Territorio di Lecce per chiedere di sospendere questa operazione anche perché – come si legge nella missiva – “gli effetti diretti dell’applicazione dell’IMU e della revisione del classamento delle unità immobiliari comporterà per i cittadini leccesi un peso economico oggettivamente difficile da sopportare”. Ma l'Agenzia del Territorio ha comunque ritenuto di notificare l'adeguamento sottolineando che “la sospensione del procedimento non è prevista dalla normativa in materia e quindi non può essere accolta”.
Riteniamo, dunque, di aver fatto tutto quanto era nelle nostre possibilità al fine di cercare di non appesantire ulteriormente la pressione fiscale a carico delle famiglie leccesi.
“L'aumento delle rendite catastali – come si ricorderà - era stato previsto nel 2010 quando ancora l'Imu non esisteva e nessuno avrebbe mai potuto prevederla. Peraltro, le rendite catastali risalivano al 1991 ed erano le più basse della Puglia.
La necessità di rivederle è nata dal fatto che in alcuni quartieri la differenza tra le rendite e i valori di mercato era troppo alta. Era giusto, infatti, che una casa del centro storico, e quindi di grande pregio, avesse la stessa rendita di una casa ubicata in periferia. L’intento, dunque, era quello di garantire un principio di equità tributaria e patrimoniale per i proprietari degli immobili comunali.
Nonostante questo, quando il Governo centrale decise di introdurre l'Imu abbiamo cercato di fermare il procedimento di rivalutazione delle rendite catastali. Il sindaco Paolo Perrone ha scritto una lettera al direttore dell’Agenzia del Territorio di Lecce per chiedere di sospendere questa operazione anche perché – come si legge nella missiva – “gli effetti diretti dell’applicazione dell’IMU e della revisione del classamento delle unità immobiliari comporterà per i cittadini leccesi un peso economico oggettivamente difficile da sopportare”. Ma l'Agenzia del Territorio ha comunque ritenuto di notificare l'adeguamento sottolineando che “la sospensione del procedimento non è prevista dalla normativa in materia e quindi non può essere accolta”.
Riteniamo, dunque, di aver fatto tutto quanto era nelle nostre possibilità al fine di cercare di non appesantire ulteriormente la pressione fiscale a carico delle famiglie leccesi.