Vittorio Polito. Il 24 gennaio, come ogni anno, la Chiesa commemora San Francesco di Sales, vescovo e dottore della Chiesa, primogenito di una delle famiglie più antiche e nobili della Savoia. Laureato in Giurisprudenza a Padova, abbracciò la vita ecclesiastica, deciso a predicare nei paesi protestanti anche attraverso una sorta di volantinaggio, come strumento di evangelizzazione. Molti scrivono che fu buono e generoso, di temperamento mite ma con slanci di cuore molto forti. Contrario alle sottigliezze dottrinarie e alle dispute tra teologi, preferiva interessarsi dei bisogni reali dei fedeli.
Nato a Thorens il 21 agosto 1567, concluse il 28 dicembre del 1622 a Lione i suoi giorni, stremato dalle fatiche apostoliche. Iscritto nell’albo dei Beati nel 1661, fu canonizzato nel 1665 e proclamato Dottore della Chiesa nel 1887 da Leone XIII.
Francesco di Sales istituì l’Ordine della Visitazione con Santa Giovanna Francesca Frémyot de Chantal, fu vescovo di Ginevra ed è venerato come Santo dalla Chiesa cattolica e da quella anglicana. È considerato il padre della spiritualità moderna, ha avuto il merito di influenzare le maggiori figure anche di tutto il Seicento europeo, riuscendo a convertire al cattolicesimo addirittura alcuni esponenti del calvinismo. Francesco di Sales a ragione può essere considerato uno dei principali rappresentanti dell’umanesimo devoto di tipica marca francese. Fu un vescovo santo, innamorato della bellezza e della bontà di Dio.
È doveroso ricordare come al suo nome si siano ispirate parecchie congregazioni, tra le quali la più celebre è indubbiamente la Famiglia Salesiana fondata da San Giovanni Bosco, la cui attenzione si rivolge più che altro alla crescita ed all’educazione delle giovani generazioni, con un’attenzione tutta particolare alla cura dei figli delle classi meno abbienti.
Eletto dai giornalisti come loro patrono, lo è anche per tutti coloro che operano con mezzi di diffusione, anche perché San Francesco è da considerare il pioniere del volantinaggio, dal momento che faceva scivolare messaggi religiosi su foglietti che provvedeva a far inserire sotto gli usci o incollandoli sui muri. È anche patrono degli scrittori, della stampa e dei sordomuti.
È il caso, infine, di ricordare che il Cardinale Dionigi Tettamanzi, in un incontro con i giornalisti, ebbe ad affermare che: «La regola prima e unica perché omnicomprensiva di tutte le regole deontologiche e anche del giornalista è il sapere che si scrive non per l’editore, ma per tutti».
Nato a Thorens il 21 agosto 1567, concluse il 28 dicembre del 1622 a Lione i suoi giorni, stremato dalle fatiche apostoliche. Iscritto nell’albo dei Beati nel 1661, fu canonizzato nel 1665 e proclamato Dottore della Chiesa nel 1887 da Leone XIII.
Francesco di Sales istituì l’Ordine della Visitazione con Santa Giovanna Francesca Frémyot de Chantal, fu vescovo di Ginevra ed è venerato come Santo dalla Chiesa cattolica e da quella anglicana. È considerato il padre della spiritualità moderna, ha avuto il merito di influenzare le maggiori figure anche di tutto il Seicento europeo, riuscendo a convertire al cattolicesimo addirittura alcuni esponenti del calvinismo. Francesco di Sales a ragione può essere considerato uno dei principali rappresentanti dell’umanesimo devoto di tipica marca francese. Fu un vescovo santo, innamorato della bellezza e della bontà di Dio.
È doveroso ricordare come al suo nome si siano ispirate parecchie congregazioni, tra le quali la più celebre è indubbiamente la Famiglia Salesiana fondata da San Giovanni Bosco, la cui attenzione si rivolge più che altro alla crescita ed all’educazione delle giovani generazioni, con un’attenzione tutta particolare alla cura dei figli delle classi meno abbienti.
Eletto dai giornalisti come loro patrono, lo è anche per tutti coloro che operano con mezzi di diffusione, anche perché San Francesco è da considerare il pioniere del volantinaggio, dal momento che faceva scivolare messaggi religiosi su foglietti che provvedeva a far inserire sotto gli usci o incollandoli sui muri. È anche patrono degli scrittori, della stampa e dei sordomuti.
È il caso, infine, di ricordare che il Cardinale Dionigi Tettamanzi, in un incontro con i giornalisti, ebbe ad affermare che: «La regola prima e unica perché omnicomprensiva di tutte le regole deontologiche e anche del giornalista è il sapere che si scrive non per l’editore, ma per tutti».