BARI. E’ passato un anno da quando cinque ragazzi hanno aperto il Pad.129 della Fiera del Levante. Hanno aperto, in realtà , le porte di un cantiere che sarebbe diventato la casa dell’innovazione sociale e del coworking per tutta la regione. Oggi, The Hub Bari é uno spazio vivo e aperto in cui i giovani imprenditori pugliesi possono già condividere non solo l’ambiente di lavoro, ma un’idea innovativa di fare impresa.
«Prima – spiega Giusy Ottonelli, architetto e co-founder di The Hub Bari - i giovani imprenditori pugliesi cercavano uffici in affitto e ne facevano il loro Fortino, difficilimente accessibile al mondo esterno. Però ora c’è una nuova spinta vitale per cui la condivisione è vista sempre più come un valore aggiunto, la collaborazione come la forza più importante per emergere sul mercato».
Sono queste le basi su cui si fonda lo spazio di The Hub Bari, inserito nella rete internazionale The Hub. In sostanza un collettore in grado di mettere insieme persone, spazio e idee secondo la logica del coworking (letteralmente: condivisione di uno spazio di lavoro).
«La forza del progetto internazionale The Hub – sottolinea Monica Del Vecchio, co-founder dello spazio barese – non risiede solo nel fittare postazioni di lavoro a giovani imprenditori. Il valore aggiunto che offriamo ai nostri membri è quello di riuscire a creare una rete di professionisti a livello locale, nei singoli Hub, e al livello internazionale. Se uno dei nostri membri su Bari ha bisogno di una figura professionale di fiducia per completare un progetto, può confrontarsi sia con i professionisti presenti nel nostro Hub, sia con gli oltre 5000 imprendidori che lavorano nell’ambito dell’innovazione sociale, iscritti alla rete internazionale Hub-Net».
Ogni HUB, infatti, è gestito da un team di hosts (lett.: padroni di casa), il cui scopo è quello di creare le connessioni fra i membri e di facilitare le relazioni che aiuteranno a far nascere nuove idee e far decollare nuovi progetti.
In questi mesi il cantiere di The Hub è rimasto comunque aperto alla città e alla regione. Prima con la co-creazione, durante la quale amici, membri e semplici curiosi hanno dato il loro contributo per ultimare i lavori di ristrutturazione necessari per far partire The Hub. Ora con lo spazio di coworking e una serie di eventi fissi che rappresentano, e rappresenteranno, l’ossatura del progetto.
«Gli eventi, lo spazio di coworking e i nostri membri sono l’anima dell’Hub – spiega Diego Antonacci, anche lui co-fondatore -. E proprio per questo il nostro spazio si propone come collettore non solo per i professionisti di tutta la Puglia e delle regioni limitrofe che non hanno spazi come il nostro. Esistono diverse tipologie di membership, da quella base (Hub connect) di poche ore al mese, fino a quella a tempo illimitato (Hub unlimited). Oltre all’utilizzo dello spazio di coworking, la membership consente l’accesso a tutti gli eventi organizzati nel nostro spazio e alla piattaforma online Hub-Net. Punto fondamentale è la flessibilità della membership, giacché questa, può essere modificata quando si vuole, di mese in mese – conclude Antonacci –. Abbiamo membership individuali, perché vogliamo assicurare a tutti l’elevata qualità di coloro che compongono la rete».
Ad oggi sono 35 gli Hub aperti nel mondo – da Londra a San Paolo, da Milano a Mumbai –: una risposta importante che dice chiaro come il mondo abbia bisogno di posti come questi, in cui coltivare l’innovazione sociale.
«Prima – spiega Giusy Ottonelli, architetto e co-founder di The Hub Bari - i giovani imprenditori pugliesi cercavano uffici in affitto e ne facevano il loro Fortino, difficilimente accessibile al mondo esterno. Però ora c’è una nuova spinta vitale per cui la condivisione è vista sempre più come un valore aggiunto, la collaborazione come la forza più importante per emergere sul mercato».
Sono queste le basi su cui si fonda lo spazio di The Hub Bari, inserito nella rete internazionale The Hub. In sostanza un collettore in grado di mettere insieme persone, spazio e idee secondo la logica del coworking (letteralmente: condivisione di uno spazio di lavoro).
«La forza del progetto internazionale The Hub – sottolinea Monica Del Vecchio, co-founder dello spazio barese – non risiede solo nel fittare postazioni di lavoro a giovani imprenditori. Il valore aggiunto che offriamo ai nostri membri è quello di riuscire a creare una rete di professionisti a livello locale, nei singoli Hub, e al livello internazionale. Se uno dei nostri membri su Bari ha bisogno di una figura professionale di fiducia per completare un progetto, può confrontarsi sia con i professionisti presenti nel nostro Hub, sia con gli oltre 5000 imprendidori che lavorano nell’ambito dell’innovazione sociale, iscritti alla rete internazionale Hub-Net».
Ogni HUB, infatti, è gestito da un team di hosts (lett.: padroni di casa), il cui scopo è quello di creare le connessioni fra i membri e di facilitare le relazioni che aiuteranno a far nascere nuove idee e far decollare nuovi progetti.
In questi mesi il cantiere di The Hub è rimasto comunque aperto alla città e alla regione. Prima con la co-creazione, durante la quale amici, membri e semplici curiosi hanno dato il loro contributo per ultimare i lavori di ristrutturazione necessari per far partire The Hub. Ora con lo spazio di coworking e una serie di eventi fissi che rappresentano, e rappresenteranno, l’ossatura del progetto.
«Gli eventi, lo spazio di coworking e i nostri membri sono l’anima dell’Hub – spiega Diego Antonacci, anche lui co-fondatore -. E proprio per questo il nostro spazio si propone come collettore non solo per i professionisti di tutta la Puglia e delle regioni limitrofe che non hanno spazi come il nostro. Esistono diverse tipologie di membership, da quella base (Hub connect) di poche ore al mese, fino a quella a tempo illimitato (Hub unlimited). Oltre all’utilizzo dello spazio di coworking, la membership consente l’accesso a tutti gli eventi organizzati nel nostro spazio e alla piattaforma online Hub-Net. Punto fondamentale è la flessibilità della membership, giacché questa, può essere modificata quando si vuole, di mese in mese – conclude Antonacci –. Abbiamo membership individuali, perché vogliamo assicurare a tutti l’elevata qualità di coloro che compongono la rete».
Ad oggi sono 35 gli Hub aperti nel mondo – da Londra a San Paolo, da Milano a Mumbai –: una risposta importante che dice chiaro come il mondo abbia bisogno di posti come questi, in cui coltivare l’innovazione sociale.
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