Il Prof da Bari insiste sulle riforme

di Nicola Zuccaro. "Siamo appena agli inizi del modo di modificare la politica". Poco prima di incontrare i candidati di Scelta Civica per Camera e Senato, Mario Monti chiosa così davanti ai giornalisti intervenuti ad una conferenza stampa più consultiva che squisitamente preventiva e di marca puramente elettorale. Non poteva essere diversamente per colui che, in qualità di Premier uscente ha tracciato un bilancio per il lavoro svolto in 13 mesi di Governo tecnico. Un periodo lungo il quale per il Prof. il chiodo fisso è stato rappresentato dalle riforme atte a rilanciare l'Italia sia sul piano economico che infrastrutturale.

Dalla modifica della governance della Rai a quella relativa alle norme per la nomina dei direttori generali delle Asl regionali, Monti non ha nascosto il cruccio per quelle che non sono state delle vere e proprie riforme ma delle semplici modifiche. Una riduzione che a suo avviso è condizionata dalla rigidità dell'impianto costituzionale e per il quale Monti propone la modifica del Titolo V della Costituzione al fine di evitare la parcellizzazione delle competenze affidate in materia di Turismo alle Regioni.

Monti in apertura fa riferimento ad esse rilevando che, nelle stesse si respira un profumo di innovazione. Un profumo purtroppo contrassegnato dall'odore acre della disoccupazione giovanile presente nelle regioni meridionali. E' puntando sull'asse Bruxelles-Roma - prosegue Monti - che si può individuare la soluzione della questione meridionale. Il Mezzogiorno si rilancia se ad essere rilanciata sarà l'intera economia italiana. Sarà Bari con la sua tribuna fieristica a segnare la nuova stagione del meridionalismo con una dimensione non più localista ma europeistica e di stampo montiano?

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