BARI. “Troppo presi da ciò che l’Ilva di Taranto ha ‘portato’ all’esterno, abbiamo tutti colpevolmente trascurato ciò che l’Ilva è al suo interno: ovvero migliaia di lavoratori che devono essere tutelati, sotto tutti punti di vista. Basta morti bianche, a Taranto e in tutto il Sud Italia”.
A dirlo, in un misto di rabbia e di dolore, il consigliere regionale e neo senatore del Pdl Piero Iurlaro, allibito dall’ennesima tragedia che, a pochi mesi dalla morte dell’oritano Claudio Marsella e del talsanese Francesco Zaccaria, priva il territorio di un altro dei suoi figli.
“Quella del povero Ciro Moccia è la terza morte nel giro di pochi mesi. Tre episodi drammatici, gravi, ma soprattutto inaccettabili.
In uno Stato e in una Regione – continua Iurlaro - dove il lavoro, piuttosto che sacro, sembra essere diventato una sorta di utopia per giovani e non, è appunto inconcepibile che ci si ritrovi periodicamente a piangere le morti dei nostri ragazzi, di padri di famiglia, di gente comune la cui unica colpa è quella di spaccarsi la schiena senza che, vien da pensare, ci siano i dovuti controlli e accorgimenti sulla loro stessa sicurezza. Quella che il lavoro, tutti i lavori, devono garantire.
Mi stringo attorno al dolore della famiglia del povero Moccia e chiudo con un diktat che sa di ammonimento.
Nell’esprimere vicinanza alla famiglia del povero Ciro, ma anche nell’augurare una serena guarigione ad Antonio Liti, dipendente rimasto ferito nello stesso incidente, occorre che anche la politica si interroghi e, a differenza del passato, sappia porre in essere le più idonee iniziative finalizzate a garantire la sicurezza dei dipendenti.
Sulla vita dei nostri figli,dei nostri amici, dei nostri ragazzi, non è più possibile procrastinare. Non è più possibile fare finta di niente. Non è più possibile – chiude Iurlaro – trovare compromessi”.