Il leader di Rivoluzione Civile l'ex pm Antonio Ingroia |
Alla domanda sul perché non si è dimesso da magistrato, Ingroia replica prima con una battuta "non vorrei restare disoccupato", ma poi spiega: "non sono dell'avviso che i magistrati entrati in politica debbano dimettersi dalla magistratura ma che il possibile rientro dei magistrati debba essere meglio disciplinata e magari non sia consentito di tornare al posto da cui si è partiti. Ci sono possibili circuiti alternativi - ha osservato Ingroia - ci sono anche alcuni magistrati ora che stanno rientrando che non sono stati candidati dal Pd, per esempio, da Silvia Dalla Monica ad altri: ma non vedo niente di scandaloso se uno non torna in un ruolo di particolare esposizione che può rischiare di aprire polemiche".
Mario Monti? Il leader di RC si è espresso durante l'intervista anche sul Prof. "Sul piano personale io apprezzo la scelta di Monti, una scelta di responsabilità di cui si è assunto il rischio, fondando una lista civica e portando avanti delle idee", commenta Ingroia.
Poi lo spinoso tema intercettazioni. "Si, è vero - ha chiosato Ingroia - stato fatto un uso politico delle intercettazioni, ma questo è stato l'effetto relativo, la causa è che non si è mai fatta pulizia nel mondo della politica".
"Se fosse stata pulizia, - ha aggiunto - non ci sarebbero state inchieste così clamorose e non ci sarebbe state intercettazioni utilizzate per uso politico" - ha spiegato. E in merito alla legge sulle intercettazioni, Ingroia ribadisce che Rivoluzione civile è "contrario a qualsiasi legge bavaglio e lo era sia quella proposta dal ministro della Giustizia Mastella, sia quella proposta da Alfano, che era certamente peggiore.
"L'ultimissima versione che si stava discutendo in Commissione giustizia dopo l'intervento dell'onorevole Buongiorno di Fli - ha precisato Ingroia - era proposta che salvava il salvabile e poteva essere una piattaforma su cui si poteva ragionare, ma l'importante è salvare il diritto alla libertà d'informazione dei cittadini, naturalmente in relazione solo alle intercettazioni che non siano irrilevanti e che non violino il segreto investigativo e che siano di interesse pubblico e poi è importante preservare uno strumento che ad oggi si rivelato il più utile sia per la lotta alla mafia che alla corruzione", ha concluso l'ex pm.