BARI. La produzione industriale continua a calare, registrando nel trimestre settembre – novembre 2012 un calo pari all’1,7% rispetto al trimestre precedente. Per arginare la crisi, per l’Ugl il confronto tra i partiti dovrà avvenire sulle proposte per porre in essere un piano di sviluppo industriale ed occupazionale, in grado di valorizzare le eccellenze italiane. Senza l’Italia rischia di perdere le opportunità di sviluppo e di innovazione con conseguenze ancora più difficili in futuro sia per chi cerca lavoro, sia per i lavori che lo perderanno.
Per l’Ugl inoltre, non è più rinviabile l’adozione di una politica industriale ed ambientale seria che permetta di cicatrizzare una volta per tutte le piaghe inquinanti del nostro sistema produttivo incrementando gli investimenti in ricerca e sviluppo in tecnologie ecosostenibili, rimuovendo gli ostacoli all’innovazione e favorendo la crescita della buona occupazione. Solo così, infatti, si potranno prevenire drammatiche vicende come quelle dell’Ilva di Taranto e dell’Atitech di Capodichino.
In merito alla situazione jonica, si è espresso il segretario Ugl di Lecce Antonio Verardi: “Il dramma dei lavoratori dell’Ilva e dei delicati aspetti correlati non è un problema che interessa la sola Città di Taranto, ma l’intera Puglia, con potenziali e non improbabili riverberi negativi che potrebbero interessare la produzione industriale dell’intero Paese. Mettere 5000 persone in ferie forzate, significa voler mantenere una posizione di difesa e non propositiva in una vertenza che ha bisogno prioritariamente di collaborazione fattiva da parte dell’azienda, e non di un muro contro muro, che porta solo ad inasprire gli animi, fenomeno da evitare e non coadiuvare in nessun modo. L’Ilva con la sua crisi, rischia di mettere fuori dal mercato del lavoro un numero tale di dipendenti diretti ed indiretti, da piegare pericolosamente l’economia di una Regione. Il Governo deve intervenire con urgenza, individuando strumenti straordinari di gestione industriale, vista la strategicità dell’insediamento, e visto l’interesse nazionale di tale produzione”.
Per l’Ugl inoltre, non è più rinviabile l’adozione di una politica industriale ed ambientale seria che permetta di cicatrizzare una volta per tutte le piaghe inquinanti del nostro sistema produttivo incrementando gli investimenti in ricerca e sviluppo in tecnologie ecosostenibili, rimuovendo gli ostacoli all’innovazione e favorendo la crescita della buona occupazione. Solo così, infatti, si potranno prevenire drammatiche vicende come quelle dell’Ilva di Taranto e dell’Atitech di Capodichino.
In merito alla situazione jonica, si è espresso il segretario Ugl di Lecce Antonio Verardi: “Il dramma dei lavoratori dell’Ilva e dei delicati aspetti correlati non è un problema che interessa la sola Città di Taranto, ma l’intera Puglia, con potenziali e non improbabili riverberi negativi che potrebbero interessare la produzione industriale dell’intero Paese. Mettere 5000 persone in ferie forzate, significa voler mantenere una posizione di difesa e non propositiva in una vertenza che ha bisogno prioritariamente di collaborazione fattiva da parte dell’azienda, e non di un muro contro muro, che porta solo ad inasprire gli animi, fenomeno da evitare e non coadiuvare in nessun modo. L’Ilva con la sua crisi, rischia di mettere fuori dal mercato del lavoro un numero tale di dipendenti diretti ed indiretti, da piegare pericolosamente l’economia di una Regione. Il Governo deve intervenire con urgenza, individuando strumenti straordinari di gestione industriale, vista la strategicità dell’insediamento, e visto l’interesse nazionale di tale produzione”.
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Economia