L'opera 'Revolutionary' dell'artista sanseverese Massimo Pasca |
I suoi disegni sono finiti ovunque, anche sulle copertine di dischi celebri. Le sue opere sono un flusso di colori forti e vivaci: i capolavori di un artista originale, innovativo e dallo spirito libero e irriverente.
Massimo Pasca è un artista moderno e insaziabile, nato dall’esigenza di esprimersi e distinguersi.
Il Museo Mat di San Severo ha voluto dedicare al giovane Pasca, una fantastica mostra personale intitolata ‘’Pop-Urlar’’ - Grida al buio, un tocco artistico di pop art e messaggi sociali, dove prevale ancora una volta il grande talento dell’artista salentino, che ci propone una creazione grafica e pittorica, in cui racconta l’attuale condizione sociale della nostra nazione. Un urlo forte e sentito dell’artista, che nelle sue opere cita i grandi personaggi rinascimentali della letteratura e dell’arte, rivisitati in una nuova chiave ironica e sarcastica.
In questa intervista esclusiva, ci apre le porte del suo mondo, tutto colorato e dalle mille sfaccettature, come in un’opera arte.
- Ciao Massimo, dal 20 dicembre fino al 20 febbraio è possibile visitare la tua mostra ‘’Pop-UrLAR’’ presso il Museo Mat di San Severo. Ci racconti come nasce l’idea di questo progetto artistico?
‘’Questo progetto nasce dalla volontà del Museo dell’Alto Tavoliere di valorizzare giovani artisti come me, e io mi sento molto fortunato ad essere stato scelto per questa mostra personale, il piacere è stato scoprire sul territorio pugliese persone competenti e attente alle nuove tendenze,che investono la loro esperienza per promuovere l’arte, poi nasce anche grazie al fatto che non mi sono mai affannato a cercare a tutti i costi delle gallerie d’arte contemporanea che promuovessero la mia arte. Preferisco avere un etica anche nell’esporre. Preferisco lavorare molto e farmi conoscere, restando fuori dai meccanismi dei circuiti dell’arte contemporanea, anche quelli definiti “underground” che spesso somigliano agli “uPPerground” , termine che ho inventato quando ho capito che i mondi si somigliano nell’essenza. Come dice il titolo POP-UrLAR, a furia di urlare il bisogno di esprimersi in posti non convenzionali dove è fondamentale parlare alla gente, è nato anche il titolo che si presta benissimo a questa occasione. In questo periodo ho voglia di Pop urlare!’’.
- Chi è Massimo Pasca? Come nasce la passione per l’arte e la pittura?
‘’Sono figlio d’arte e ho sempre respirato la pittura e l’arte in casa sin da piccolo grazie a mio padre e mia madre, il resto l’ho portato avanti con molta determinazione, all’inizio per gioco e inconsciamente, poi perché notavo che oltre alla passione era qualcosa che mi distingueva dagli altri, ora non posso più fare a meno. Spazio dalla musica alla pittura e passo attraverso una marea di linguaggi sempre con l’idea che il processo, il divenire è fondamentale, prima di dire se la mia idea sarà un quadro un illustrazione, una performance o verrà fuori attraverso un testo, provo tutto e solo in seguito scelgo il mezzo più appropriato.
La cosa che faccio soprattutto sono numerosissimi live painting già dagli anni novanta, i primissimi in Puglia sullo Jonio durante l’estate quando era veramente qualcosa di innovativo e mai visto, ricordo le facce della gente quando dipingevo dal vivo in locali come Cotriero, Fico d’India, Casablanca, non ero ancora bravo a farlo, e non è detto che oggi lo sia diventato, ma l’idea di irruzione in spazi non convenzionali era già ben definita. Ho continuato poi questa attività in Toscana dove ho studiato, soprattutto Pisa, dove oggi non è difficile trovare live painting in giro per manifestazioni e locali’’.
- Qual è la tua più grande aspirazione?
La Gioconda reinterpretata da Massimo Pasca |
‘’Riuscire a recitare la mia pittura mentre nasce con i miei testi e usare il ritmo dei miei testi in pittura, una sorta di teatro dove pittura e testo recitato si incontrano. Ci sto studiando da anni. Prima o poi ci arriverò. Quando sento quei discorsi tipo: “ Noi non usiamo tutte le potenzialità del nostro cervello, che sono infinite”, penso a questo. Penso che vorrei fare questo’’.
- Oltre ad essere un pittore, sei anche un musicista e ti piace il teatro.
‘’Ho sempre amato scrivere e cantare i miei testi, e la musica reggae e il rap sono stati la colonna sonora, ho fatto esperienze di alto livello nella musica grazie ai miei compagni di viaggio con cui suonavo, i Working Vibes ,grazie all’esperienza che mi sono fatto in più di quindici anni di palchi e dj set. Ho avuto un periodo nel quale non dipingevo più, ho pensato bene di fare un corso base di teatro, è stata dura, perché non c’era la rete di protezione della musica e dei miei compagni musicisti. Appena ho capito quel che mi serviva in quel momento, grazie a questo corso sono tornato a dipingere’’.
- Insomma, esplori l’arte in tutte le sue forme…
‘’Esploro, attraverso, scommetto, rischio, vinco, perdo, faccio finta di vincere e faccio finta di perdere. Come ha scritto parlando dei miei lavori Alessandra Ioalè , sono “un flusso di coscienza per immagini senza la punteggiatura”. E me ne assumo tutti i rischi, aggiungo io. Non mi interessa emergere per forza ma lavorare si, c’è una bella differenza. Ogni tanto mi viene in mente una bellissima intervista di Nicola Arigliano dove lui sottolinea la sua idea di cantare : (“chi “canta” rompe le scatole, io non canto swingo!”) Ecco , la mia idea di arte è molto simile’’.
- Qual è stato il posto più bello dove hai portato la tua arte?
‘’La gente è il posto più bello, a volte ho anche esultato da solo, ma sempre pensando che avrei potuto condividerlo con qualcuno’’.
- Ti definisci un realista o un eterno sognatore?
‘’Mi definisco un sognatore che conoscendo la realtà non si farà mai scappare un sogno a portata di mano’’.
- Hai nuove idee in cantiere?
‘’Ho voglia di sperimentare il dipingere e il cantare contemporaneamente su un palco, dando inizio alle prime forme di quello di cui abbiamo parlato prima, quest’anno mi dedicherò a questo, anche se il linguaggio pittorico sarà probabilmente diverso, quello con cui mi confrontavo più di dieci anni fa, cioè l’informale astratto, che si sposa meglio con la parola’’.
- Dove vedremo esposti i tuoi prossimi quadri?
‘’Prossimamente esporrò a Firenze, Roma e farò diversi live painting a Bologna e in Puglia, forse farò una mostra anche oltreoceano, e spero di esporre magari fra un anno a Pisa, città dove ho molti amici ed affetti’’.