"A me pare - spiega Gemmato - che una opzione in tal senso non sia interpretabile proprio in vista del ‘bene collettivo’, anzi, semmai, sarebbe un toccasana per chi fa solo i propri interessi, per esempio le banche stesse.
Vorrei che spiegasse, il Professore, dove intravede questo ‘bene comune’ nella possibilità che le istituzioni bancarie e del credito non abbiano più alcun controllo da parte della politica.
Quello che penso è che, al contrario, un atteggiamento di tal tipo, se fosse davvero realizzato, aprirebbe solo la via alle maxievasioni degli istituti finanziari. Per fare davvero il bene di tutti occorre, viceversa, tenere le banche lontane dai partiti, per evitare casi di corruzione che rendono la nostra politica nazionale sempre meno dignitosa. Questo sì, per dei vantaggi ‘condivisi’ e non, certo, per il sol bene dei banchieri, tanto cari a Monti, al punto da essere ancora una volta e senza nessun ritegno, difesi dal suo governo antidemocratico.
Monti si mostra ancora una volta per quel che è: un personaggio che fino a pochi mesi fa diceva di non voler concorrere alle elezioni, per poi cambiare improvvisamente idea;un repentino cambio di opinione forse dovuto proprio alla spinta dei ‘signori’ i cui interessi, in questo mandato, sono stati tutelati”, conclude Gemmato.
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