Torre Veneri, il Comune di Lecce chiede ai militari di interrompere le esercitazioni in mare


Alessio Amato. La mozione presentata a Palazzo Carafa dal gruppo “Lecce Bene Comune” è stata accolto con voto unanime: il Comune di Lecce chiederà all'Esercito Italiano di interrompere immediatamente le esercitazioni militari presso il poligono sito in località marina di Torre Veneri. L'utilizzo del verbo “chiedere” in questo caso è obbligatorio, poiché la parola definitiva spetta al Ministero della Difesa, che è l'unica istituzione in grado di porre una parola definitiva sulla situazione.

Una vicenda che era partita in seguito alle denunce di alcuni gruppi ambientalisti, e che è  stata portata in Comune dall'Assessore all'ambiente Andrea Guido e dal Consigliere di maggioranza Ripa.

Dal secondo dopoguerra nelle vicinanze di Torre Veneri, in una zona costiera di interesse ambientale comunitario che si trova tra le oasi protette di Parco Rauccio e Le Cesine, la Scuola di Cavalleria gestisce il poligono che viene utilizzato per le esercitazioni. Un poligono come tanti altri, non fosse che i proiettili sparati dai militari finiscono in mare, andando ad inquinare la bellissima zona costiera ed il suo fondale. Tant'è che si è sospettata la presenza del pericoloso uranio, ma per fortuna le prime analisi parlano per lo più di rame ed ottone, anche se si attendono le prime analisi più approfondite per maggiori certezze.

L'unica sicurezza è  purtroppo la criticità della situazione, come affermato dal Consigliere Ripa: “Ai sommozzatori dell'Ufficio Ambiente dico che troveranno più proiettili che scogli”. A questo punto, si attendono solo i risultati delle analisi e le decisioni che verranno prese a riguardo presso Palazzo Baracchini, sede del Ministero della Difesa.

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