(GUARDA VIDEO) Luigi Laguaragnella. La sede vacante dal primo marzo permette di seguire passo dopo passo, con molta calma, tra le differenti ipotesi di nuovi pontefici, l’organizzazione per il Conclave.
Oggi a San Pietro arriverà la decima e ultima Congregazione generale: tutti i cardinali sono pronti all’inizio del Conclave che partirà domani 12 marzo, un mese dall’annuncio delle dimissioni di Benedetto XVI.
La Missa pro eligendo Pontifice in mattinata presieduta dal cardinale decano Sodano alla presenza di tutti i cardinali elettori e non elettori, sarà seguita nel pomeriggio dalla processione verso la Cappella Sistina, che nei prossimi giorni sarà l’ombelico del mondo; qui poi avverrà il giuramento e una meditazione.
Le votazioni giornaliere saranno quattro: due scrutini la mattina e due il pomeriggio dai quali si potranno alzare gli occhi al cielo di Roma per le fumate nere o bianche. E’ da quei fogli bruciati che si realizza il segno.
Per eleggere il nuovo Papa occorrono 77 voti su 115 cardinali elettori.
Il clima che ha preparato questo Conclave è sembrato molto sereno. Il tempo della sede vacante ha certamente permesso di organizzare adeguatamente ogni aspetto della votazione. Questi giorni si sono rivelati un momento, per i cardinali, di lasciarsi guidare maggiormente dalla preghiera e dalla riflessione. Anche la scelta del giorno del Conclave, fa sapere padre Lombardi, è stata decisa con grande unanimità ; decisione rafforzata da un precedente Motu proprio del “papa emerito” che stabilisce l’anticipo dell’entrata in Conclave rispetto ai tradizionali quindici giorni dall’inizio della sede vacante. In tal modo è garantita l’efficienza e l’inizio dei lavori. Poi con la Pasqua imminente, occorre ammettere, che la presenza di un Papa per la festa cristiana per eccellenza, sia necessaria.
In questi giorni di attesa si è scritto tanto su eventuali “papabili” creando ragionamenti circa la provenienza, lo stile che il nuovo pontefice dovrebbe intraprendere, le sfide che dovrà affrontare. L’opinione pubblica si divide anche nelle preferenze e quello che si evince è che tra i cardinali, per qualità e carisma, si parte davvero alla pari. Alcuni ipotizzano un papa sudamericano come Scherer o Maradiaga per una Chiesa che apra alle questioni cattoliche del sud America come il celibato, altri credono sia molto “papabile” uno dei cardinali statunitensi (e sarebbe la prima volta) come Dolan o Oullet in una prospettiva che porti a dare una risposta alle questioni della pedofilia; non manca mai l’opzione “papa nero” (Onaiyekan o Turkson); ci sarebbe anche un cardinale cinese John Tong Hon che sarebbe una scelta “di geopolitica” come fu Giovanni Paolo II; e poi ci sono gli italiani Scola, Bagnasco, Ravasi e l’austriaco Schonborn.
Per i porporati non sarà facile scegliere, ma certamente qualcuno guiderà dall’Alto.
Oggi a San Pietro arriverà la decima e ultima Congregazione generale: tutti i cardinali sono pronti all’inizio del Conclave che partirà domani 12 marzo, un mese dall’annuncio delle dimissioni di Benedetto XVI.
La Missa pro eligendo Pontifice in mattinata presieduta dal cardinale decano Sodano alla presenza di tutti i cardinali elettori e non elettori, sarà seguita nel pomeriggio dalla processione verso la Cappella Sistina, che nei prossimi giorni sarà l’ombelico del mondo; qui poi avverrà il giuramento e una meditazione.
Le votazioni giornaliere saranno quattro: due scrutini la mattina e due il pomeriggio dai quali si potranno alzare gli occhi al cielo di Roma per le fumate nere o bianche. E’ da quei fogli bruciati che si realizza il segno.
Per eleggere il nuovo Papa occorrono 77 voti su 115 cardinali elettori.
Il clima che ha preparato questo Conclave è sembrato molto sereno. Il tempo della sede vacante ha certamente permesso di organizzare adeguatamente ogni aspetto della votazione. Questi giorni si sono rivelati un momento, per i cardinali, di lasciarsi guidare maggiormente dalla preghiera e dalla riflessione. Anche la scelta del giorno del Conclave, fa sapere padre Lombardi, è stata decisa con grande unanimità ; decisione rafforzata da un precedente Motu proprio del “papa emerito” che stabilisce l’anticipo dell’entrata in Conclave rispetto ai tradizionali quindici giorni dall’inizio della sede vacante. In tal modo è garantita l’efficienza e l’inizio dei lavori. Poi con la Pasqua imminente, occorre ammettere, che la presenza di un Papa per la festa cristiana per eccellenza, sia necessaria.
In questi giorni di attesa si è scritto tanto su eventuali “papabili” creando ragionamenti circa la provenienza, lo stile che il nuovo pontefice dovrebbe intraprendere, le sfide che dovrà affrontare. L’opinione pubblica si divide anche nelle preferenze e quello che si evince è che tra i cardinali, per qualità e carisma, si parte davvero alla pari. Alcuni ipotizzano un papa sudamericano come Scherer o Maradiaga per una Chiesa che apra alle questioni cattoliche del sud America come il celibato, altri credono sia molto “papabile” uno dei cardinali statunitensi (e sarebbe la prima volta) come Dolan o Oullet in una prospettiva che porti a dare una risposta alle questioni della pedofilia; non manca mai l’opzione “papa nero” (Onaiyekan o Turkson); ci sarebbe anche un cardinale cinese John Tong Hon che sarebbe una scelta “di geopolitica” come fu Giovanni Paolo II; e poi ci sono gli italiani Scola, Bagnasco, Ravasi e l’austriaco Schonborn.
Per i porporati non sarà facile scegliere, ma certamente qualcuno guiderà dall’Alto.