“Barbatella Terra d’Otranto”, ricerca ed innovazione per tornare ad essere protagonisti del panorama internazionale


BARI. “Per una volta vogliamo tornare indietro di 30 anni, a quando la Terra d’Otranto era leader assoluto nella produzione vivaistica vitivinicola, e circa il 90% di barbatelle italiane veniva coltivato qui nel Salento”.
Così l’assessore regionale alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia Dario Stefàno spiega il senso del protocollo d’intesa tra Regione Puglia, Camera di Commercio, Unioncamere, Provincia di Lecce, Comune di Otranto, Centro di Ricerca Sperimentazione e Formazione in Agricoltura “Basile Caramia” di Locorotondo, Consorzio Vivaisti Viticoli Pugliesi,  Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro e  CNR firmato stamattina a Lecce.

Obiettivo, appunto, potenziare, rilanciare e promuovere la produzione vivaistica vitivinicola pugliese attraverso una serie di interventi di ammodernamento, miglioramento della qualità delle viti e di internazionalizzazione della vendita delle barbatelle salentine e viti innestate attraverso la creazione di un marchio della “Barbatella di Terra d’Otranto”.
Una sinergia istituzionale che ha permesso di coinvolgere a piene mani il sistema della ricerca e l'Università pugliese nell'obiettivo ambizioso di tornare a valorizzazione il vivaismo regionale, coerente alla evoluzione del comparto vitivinicolo pugliese, che negli ultimi anni ha saputo agganciare un protagonismo internazionale con i vitigni autoctoni divenuti veri ambasciatori della Puglia nel mondo.

La Regione ha finanziato il progetto con un investimento di 447.600,000 euro.
“Portiamo a compimento un altro tassello importante - aggiunge Stefàno - della strategia con cui vogliamo accompagnare il processo di crescita del vitivinicolo, restituendo protagonismo internazionale ad uno spicchio produttivo che appartiene alla storia stessa di questo territorio. Una strategia in linea con gli sforzi del comparto sui quali la Regione vuole continuare ad investire, giacché non abbiamo smarrito nemmeno la capacità produttiva "vivaistica", anzi oggi rilanciata dall’importante inserimento di nuova generazione che è tornata ad investire con noi sui temi della Ricerca e della Innovazione”.