BARI. Montano ancora le polemiche della politica pugliese sul caso Bridgestone. Il vicecapogruppo Pdl in Consiglio regionale, Massimo Cassano ha indirizzato ai Europarlamentari pugliesi la seguente lettera aperta:
“Bari, Puglia, Mezzogiorno, Italia, Europa. Il caso dello stabilimento Bridgestone di Modugno, in questo momento di crisi che infiamma tutti gli Stati del Vecchio Continente, non può e non deve restare un “affare interno” tra il governo italiano e il management della Multinazionale giapponese del pneumatico. Da qui la necessità , che ritengo essere un passo fondamentale, che intervenga l'Europarlamento affinché si possano adottare tutte le soluzioni possibili allo scopo di evitare la chiusura dello stabilimento e il licenziamento dei 950 lavoratori dell’azienda.
Sono convinto che tutti gli Eurodeputati pugliesi siano bene determinati ad affrontare la questione, a farsene portavoce, mettendo da parte schieramenti politici e strategie in materia di sviluppo industriale. L'Europa d'altro canto ha il dovere di assumere oneri e onori del governo dell'Unione intervenendo con tutto il peso politico necessario a scongiurare situazioni dal devastante impatto sociale ed economico per un'ampia parte del proprio territorio.
Tra l'altro se – ed è tutto da verificare – è vero che la crescente competizione dei produttori dei Paesi emergenti nel comparto dei pneumatici e i diversi standard di produzione e le regole meno stringenti imposte alle aziende dei Paesi Terzi, hanno contribuito ad aggravare la situazione della Bridgestone che ora minaccia di chiudere i battenti, è anche vero che chi ha governato tali temi trovi una via d'uscita. Se la Bridgestone Europe ha deciso di chiudere proprio lo stabilimento di Modugno, pur in una questione che presenta molti aspetti non chiari, diventa necessario un intervento congiunto dei governi locali, nazionali e sovranazionali.
Impoverire un territorio, il Sud Italia, che è tra i più rappresentativi e con i più ampi margini di sviluppo dell'intera Europa, significa impoverire ulteriormente l' Unione europea in un uno dei momenti più difficili per la sopravvivenza politica ed economica della stessa.
Tutti quanti noi abbiamo il dovere, anzi l'obbligo, di adoperarci affinché le parole scritte dagli operai della Bridgestone di Modugno al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, possano giungere in tutti i luoghi istituzionali europei: “Oggi siamo di fronte ad una sfida che da soli non possiamo affrontare. Noi tutti quindi, Le chiediamo di scendere in campo e di intervenire in maniera incisiva e proficua per scongiurare la prossima chiusura aziendale. In questo momento particolare socio-economico dell’Italia e soprattutto del Mezzogiorno, le nostre famiglie sono impegnate ogni giorno a vivere o sopravvivere dignitosamente da onesti cittadini, nella speranza di contribuire a costruire un’Italia migliore e di dare un futuro ai nostri figli cosi come hanno fatto i nostri padri. Comprendiamo il forte momento di instabilità che sta attraversando il nostro Paese, ma in questo momento tutti dobbiamo ‘fare squadra’, come noi abbiamo già fatto nel nostro piccolo (operai, impiegati e dirigenti). Chiediamo alla nostra classe politica di guardare indietro e prendere ad esempio i grandi uomini del passato, che hanno portato in alto il nome dell’Italia e di fare squadra a loro volta per portare l’Italia al posto che le compete”.
“Bari, Puglia, Mezzogiorno, Italia, Europa. Il caso dello stabilimento Bridgestone di Modugno, in questo momento di crisi che infiamma tutti gli Stati del Vecchio Continente, non può e non deve restare un “affare interno” tra il governo italiano e il management della Multinazionale giapponese del pneumatico. Da qui la necessità , che ritengo essere un passo fondamentale, che intervenga l'Europarlamento affinché si possano adottare tutte le soluzioni possibili allo scopo di evitare la chiusura dello stabilimento e il licenziamento dei 950 lavoratori dell’azienda.
Sono convinto che tutti gli Eurodeputati pugliesi siano bene determinati ad affrontare la questione, a farsene portavoce, mettendo da parte schieramenti politici e strategie in materia di sviluppo industriale. L'Europa d'altro canto ha il dovere di assumere oneri e onori del governo dell'Unione intervenendo con tutto il peso politico necessario a scongiurare situazioni dal devastante impatto sociale ed economico per un'ampia parte del proprio territorio.
Tra l'altro se – ed è tutto da verificare – è vero che la crescente competizione dei produttori dei Paesi emergenti nel comparto dei pneumatici e i diversi standard di produzione e le regole meno stringenti imposte alle aziende dei Paesi Terzi, hanno contribuito ad aggravare la situazione della Bridgestone che ora minaccia di chiudere i battenti, è anche vero che chi ha governato tali temi trovi una via d'uscita. Se la Bridgestone Europe ha deciso di chiudere proprio lo stabilimento di Modugno, pur in una questione che presenta molti aspetti non chiari, diventa necessario un intervento congiunto dei governi locali, nazionali e sovranazionali.
Impoverire un territorio, il Sud Italia, che è tra i più rappresentativi e con i più ampi margini di sviluppo dell'intera Europa, significa impoverire ulteriormente l' Unione europea in un uno dei momenti più difficili per la sopravvivenza politica ed economica della stessa.
Tutti quanti noi abbiamo il dovere, anzi l'obbligo, di adoperarci affinché le parole scritte dagli operai della Bridgestone di Modugno al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, possano giungere in tutti i luoghi istituzionali europei: “Oggi siamo di fronte ad una sfida che da soli non possiamo affrontare. Noi tutti quindi, Le chiediamo di scendere in campo e di intervenire in maniera incisiva e proficua per scongiurare la prossima chiusura aziendale. In questo momento particolare socio-economico dell’Italia e soprattutto del Mezzogiorno, le nostre famiglie sono impegnate ogni giorno a vivere o sopravvivere dignitosamente da onesti cittadini, nella speranza di contribuire a costruire un’Italia migliore e di dare un futuro ai nostri figli cosi come hanno fatto i nostri padri. Comprendiamo il forte momento di instabilità che sta attraversando il nostro Paese, ma in questo momento tutti dobbiamo ‘fare squadra’, come noi abbiamo già fatto nel nostro piccolo (operai, impiegati e dirigenti). Chiediamo alla nostra classe politica di guardare indietro e prendere ad esempio i grandi uomini del passato, che hanno portato in alto il nome dell’Italia e di fare squadra a loro volta per portare l’Italia al posto che le compete”.