Bridgestone: un'altra tegola si abbatte sulla zona industriale di Bari

Nicola Zuccaro. La Zona Industriale di Bari subisce un attacco. Dopo l'Om Carrelli (salvata con una riqualificazione produttiva in chiusura del 2012) è il turno della Bridgestone. Caldara, Delegato Ugl, esterna il pericolo che comporterebbe la chiusura dello Stabilimento di Bari della Multinazionale giapponese.

+ Vendola, boicottare se insiste con chiusura

L'improvvisa comunicazione attraverso un messaggio in videoconferenza diffuso nella serata di Lunedì 4 Marzo rappresenta per Caldara un segnale inquietante non solo per l'area industriale barese, ma anche per quella pugliese già afflitta da altre emergenze vertenziali fra cui, in primis, l'Ilva di Taranto.

Il rappresentante ugiellino punta i piedi facendo fronte comune assieme agli altri delegati sindacali. Questi ultimi appartenenti alle Rsu di Cgil, Cisl e Uil "avvertono" gli interlocutori romani e l'Amministratore Delegato di Bridgestone Italia Roberto Mauro della criticità e delle ricadute che potrebbero scaturire relativamente agli ammortizzatori sociali.

Perchè chiudere la Bridgestone senza nessun preavviso? Per quali problemi peraltro inesistenti? E' quanto domanda l'Avv. Ettore Sbarra impegnato nel redigere una relazione comprendente dati e costi dello stabilimento di Bari: il primo in Europa e superiore a quello polacco di Pozdam in virtù del Run Flat, ovvero dei pneumatici di alta gamma per il cliente Bmw.

Dopo la settimana delle domande, Lunedì 11 Marzo si aprirà quella delle risposte, che verterà in vista del tavolo convocato a Roma per Giovedì 14 Marzo e in occasione del quale gli amministratori locali saranno impegnati a scongiurarne la chiusura "combattendo" sui due fronti quali i costi energetici elevati e la delocalizzazione del territorio.

Posta un commento

Nuova Vecchia

Modulo di contatto