Comune di Lecce tra debiti e sprechi, interviene Torricelli

Alessio Amato. Debiti, sprechi, costi troppo elevati e continue proposte di tagli sono ormai all'ordine del giorno a Palazzo Carafa, e non si può certo dire che il Comune di Lecce stia vivendo una fase tranquilla, soprattutto dal punto di vista economico.

Per questo motivo negli ultimi mesi si sono rese necessarie una lunga serie di assemblee, consigli comunali e dibattiti sul tema.

Proprio in un dibattito riguardo la riduzione dei costi della politica è intervenuto Antonio Torricelli, vice presidente del consiglio comunale e consigliere del Partito Democratico, che ha voluto porre in risalto una serie di sperperi di denaro da parte delle casse comunali: “E’ chiaro che siamo ad una svolta se l’assessore al bilancio, Attilio Monosi, dichiara che si corre seriamente il rischio dissesto; da anni sostengo che a forza di negare gli evidenti e preoccupanti segnali di squilibrio economico, rinviando anno dopo anno una pagina di verità sui conti, prima o poi ne avremmo pagate le conseguenze. Ero un noioso e demagogico oppositore ed ai puntuali elenchi delle disattenzioni si rispondeva con ironia e sufficienza”.
Il consigliere ha voluto porre l'accento in modo particolare sul costo dei collegi arbitrali: “ Le spese di funzionamento sono state determinate dal collegio in 166mila euro, per i due terzi a carico del Comune, per un presumibile costo complessivo di circa 250mila euro che, a mio avviso, non corrisponde ai limiti previsti e prescritti per gli onorari degli arbitri, che siano anche avvocati, stabiliti dall’apposito tariffario. Proprio quest’ultimo li determina, in rapporto ovviamente al valore del lodo, tra un minimo di 46mila 478 euro ed un massimo di 77mila 464”.

Si profila, insomma, un anno molto lungo e doloroso sotto il profilo economico per il Comune di Lecce, fatto di una lunga serie di tagli e di discussioni a riguardo che, si spera, non servano solo ad allungare inutilmente i dibattiti e girare attorno ai problemi senza mai centrare il punto, smussando soltanto senza mai abbattere gli insostenibili picchi dei costi della politica.