Fosse Ardeatine, in Consiglio pugliese il ricordo dei martiri pugliesi


BARI. Un minuto di silenzio per commemorare l’eccidio delle “Fosse Ardeatine” e il sacrificio delle vittime pugliesi. Si è aperta così la mattinata organizzata dal Consiglio regionale della Puglia in memoria dei 335 italiani uccisi a Roma il 24 marzo 1944 dalla polizia tedesca come rappresaglia per l’attentato di via Rasella avvenuto il giorno precedente ad opera dei partigiani italiani.

Un ricordo a cui quest’anno si aggiunge quello dei fucilati a Forte Bravetta, 70 militari e partigiani, tutti legati alla resistenza romana, sacrificati dai nazisti durante i nove mesi dell’occupazione.
Il presidente dell’Assemblea, Onofrio Introna, ha sottolineato "l’alto contributo di vite umane offerto dalla Puglia alla lotta al nazi-fascismo": 21 le vittime riconosciute ufficialmente, di cui 3 fucilate a Forte Bravetta. Oltre al cerignolano Ottavio Cirulli e ai fratelli andriesi Antonio e Michele Addario, Introna ha ricordato don Giuseppe Morosini “grande esempio di forza e fede e medaglia d’oro al valore militare”. Da qui “l’importanza di ribadire, anche a distanza di 69 anni, il valore di questi martiri, di questi italiani puri, militari che hanno compiuto fino in fondo il loro dovere, ma anche di gente comune che ha dato la vita per realizzare un’ideale di libertà, giustizia, democrazia”.

E per dare maggiore concretezza all’impegno dell’istituzione, il presidente del Consiglio ha annunciato per l’anno prossimo la pubblicazione di un volume tematico per gli studenti, che sarà realizzato a cura della Biblioteca del Consiglio e dell’Istituto pugliese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea. Allo stesso direttore dell’Ipsaic, Vito Antonio Leuzzi il compito di ricostruire alcuni episodi legati all’eccidio, ricordando alcune delle figure più rappresentative, tra cui don Pietro Pappagallo e il professore di filosofia Gioacchino Gesmundo di Terlizzi, il cantante lirico foggiano Nicola Stame, il maggiore dell’esercito Antonio Ayroldi di Ostuni, il capitano di Cavalleria Manfredi Azzarita di origini molfettesi.

Particolarmente significativa la presenza di Alfonso Garzia, di 88 anni, sopravvissuto alla strage delle Ardeatine e la testimonianza del frate cappuccino Benito De Caro dell’Anfim (Associazione nazionale familiari dei martiri), che ha ricordato il sacrificio del cognato Cosimo Di Micco.

Alla cerimonia hanno partecipato i capigruppo e i consiglieri regionali che, insieme alle autorità civili e militari, ai rappresentanti dei Corpi dello Stato, delle istituzioni (Provincia e Comune di Bari) e delle amministrazioni comunali d’origine dei caduti (Ostuni, Andria, Maglie, Terlizzi), hanno voluto testimoniare l’importanza della memoria e della condivisione.

Ad affollare l’aula, i giovani del Parlamento degli studenti e gli studenti di alcune scuole pugliesi intitolate ai caduti pugliesi, e impegnate attivamente in progetti di conservazione della memoria di fatti e personaggi che hanno contribuito in maniera esemplare alla nostra storia recente.