“I due marò pugliesi pacchi postali e merce di scambio per la Farnesina”
BARI. “C’era una volta la Diplomazia italiana. Non è l’inizio di una favola o il titolo di un film, è l’amara considerazione che emerge dalla vicenda di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone - i due Marò pugliesi arrestati con l'accusa di omicidio di due pescatori durante una missione anti-pirateria, poi rimpatriati con un permesso legato alla possibilità di permettere loro di votare, in seguito rimasti nel nostro Paese violando gli impegni presi dall'ambasciatore italiano e adesso destinati al ritorno in India, considerati evidentemente alla stregua di pupazzi dalla Farnesina - dopo l’alternanza di annunci e smentite e ripensamenti che hanno avuto come deflagrante effetto il trasmettere un’immagine ridicola e di rituale inaffidabilità del nostro Paese”.
Il Consigliere regionale, Giannicola De Leonardis, presidente della settima Commissione Affari Istituzionali della Regione Puglia, esprime la propria “solidarietà e vicinanza alle famiglie di questi nostri connazionali, alle prese in questi ultimi giorni con altalene emotive vergognose, passati più volte dall’euforia alla depressione alla preoccupazione per le sorti dei loro cari, trattati un giorno da eroi, un altro da criminali e un altro ancora da pacco postale da rispedire al mittente, dopo che il Governo Monti si era invece pubblicamente esposto in ben altro senso”.
“Se poi – conclude De Leonardis - la clamorosa decisione di far rientrare i due Marò in India fosse legata, come ipotizzato dal settimanale L’Espresso, a interessi commerciali e commesse milionarie improvvisamente sbloccate, e non a presunte ‘garanzie sui loro diritti fondamentali’ ottenute dal governo di New Delhi, lo sconcerto e l’indignazione da parte di tutti noi sarebbero ben maggiori”.