Intervista ad Antonio Maggio, dal Salento a Sanremo: "Ma il Festival è un punto di partenza"


Alessio Amato. Partito da Squinzano, centro del nord leccese, è arrivato ad esibirsi sull'ambito palcoscenico dell'Ariston di San Remo, e a vincere il Festival nella categoria Giovani. Nel mezzo, il talent show X-Factor, vinto con gli Aram Quartet. Un mix di ingredienti che, unito alla fama aumentata esponenzialmente con l'ultimo successo sanremese, avrebbe potuto anche nuocere alla personalità di un ragazzo semplice che muove i primi passi nel mondo della musica e dello spettacolo.

Eppure di fronte ci troviamo un Antonio Maggio la cui immagine pubblica coincide molto con quella privata, con quella descritta dagli amici: scherza con i fan, scherza anche con noi giornalisti, facendoci capire che il talento che lo ha portato ad intraprendere la carriera di cantante non ne ha minato le caratteristiche di ragazzo simpatico, solare e disponibile.

Non dimentica le radici salentine, sfruttando ogni occasione per parlare in dialetto, cosa che, afferma, gli è molto mancata negli ultimi mesi in giro per l'Italia. Legato al passato, alla famiglia e agli amici, ma in occasione della promozione del suo nuovo album “Nonostante tutto” presso lo Youm di Lecce ci rivela le sue ambizioni e speranze per il futuro: “San Remo non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza”.


Allora partiamo proprio dal Festival. Cosa ha dato all'Antonio uomo, e quanto può  essere importante per la tua carriera?

Dal punto di vista professionale, ovviamente, è un traguardo importantissimo che, come detto prima, spero possa rappresentare anche l'inizio di un'importante fase della mia carriera. In secondo luogo, è un evento talmente grande ed emozionante, che ti migliora tantissimo come uomo, sotto diverse sfaccettature.

Quali sono le emozioni che ti sono maggiormente rimaste impresse in quella settimana?

È stata una settimana tanto intensa che mi è difficile separare la continuità di emozioni, ma sicuramente al momento della vittoria ho pianto tanto (ride, ndr).

Ritorno al passato: quando ti sei avvicinato al mondo della musica?

In realtà non mi sono mai avvicinato al mondo della musica, ci sono sempre cresciuto assieme.

Da qui le leggende del bambino che cantava davanti al televisore. Cosa puoi dirci?

(Ride, ndr) Mio padre narra che già a due anni mi alzavo sulle sedie in cucina per cantare le sigle dei programmi tv anni ottanta, da “Quelli della notte” di Renzo Arbore ad “Indietro tutta”, passando per “Domenica In”. Mi racconta che lo costringevo a registrarle tutte, così poi me le mandava in loop ed io potevo cantare.

Che musica ascoltavi da ragazzo?

Sono sempre stato un appassionato dei grandi cantautori italiani, e lo sono tuttora. Amo i grandissimi del passato, da Battisti a Dalla, ma anche tanti altri più giovani, come Niccolò Fabi, Max Gazzè e Daniele Silvestri.

Da chi hai tratto maggiormente ispirazione?

Il 4 marzo ho avuto la fortuna immensa di cantare in memoria del grande Lucio Dalla. Lui sicuramente mi ha influenzato parecchio, e ne sono orgoglioso.
Il vincitore del Festival di Sanremo Giovani 2013 Antonio Maggio è una delle stelle nascenti del panorama musicale italiano

Quale sono le altre passioni di Antonio Maggio?

Beh, la passione per la musica è talmente forte che ha quasi sempre occupato tutto il mio tempo. Mi piace molto anche giocare a calcetto con gli amici, quando ho tempo.

La prima esperienza da solista a Castrocaro, poi il capitolo Aram Quartet. Che esperienza è stata?

É stata una parentesi fondamentale, che mi permette di avere la giusta esperienza e di affrontare il mondo della musica con le spalle un po' più larghe ed a capire tante cose di questo mestiere, aldilà della vittoria a X-Factor

Cosa pensi delle trasmissioni come X-Factor e del ruolo che hanno nell'odierno mondo della musica?

Sono delle tappe importanti nella carriera di un cantante, perché sono in grado di fornire una visibilità all'artista che pochi altri mezzi sono in grado oggi di dare. L'importante è che siano solo una tappa nel corso della crescita professionale, e che nessuno si adagi sugli allori perché appagato dopo tali esperienza, o che venga etichettato in maniera negativa solo perché ha partecipato ad un talent, perché sarebbe una cosa molto stupida.

Hai affermato che il singolo “Mi servirebbe sapere” parla di scelte. Dando uno sguardo a tutte queste esperienze di cui abbiamo parlato, qual è stata la scelta principale che ti ha portato ad essere quello che sei ora?

È evidente che la divisione dagli Aram Quartet rappresenta la scelta di una delle strade di un bivio, perché mi ha dato l'opportunità di riflettere su diverse sfumature musicali che fino ad allora avevo poco considerato. Dico questo ringraziando ovviamente la strada che ho lasciato, perché senza l'esperienza negli Aram non sarei quello di oggi.

L'Antonio Maggio di oggi esce nei negozi di dischi con “Nonostante Tutto”. Perché gli amanti della musica dovrebbero comprare il tuo album?

Perché rischia di farli sorridere.

Riguardo al futuro: cosa servirebbe sapere ad Antonio Maggio?

Il futuro non mi spaventa, e mi auguro di fare tante cose che mi gratificano, e di vivere tante esperienze come quelle che sto vivendo adesso.


CONTACTS:

http://www.facebook.com/antoniomaggioofficial


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