Intervista all'allenatore degli Azzurrini Devis Mangia: "In Israele senza proclami ma per vivere un sogno"
A. Stano-N. Ricchitelli. Il Giornale di Puglia, per la rubrica “La Voce Grossa di…”, ha avuto il piacere e l’onore di intervistare telefonicamente l’attuale commissario tecnico della Nazionale Under 21 di calcio italiana che sarà impegnata in Israele per gli Europei tra il 5 e il 18 giugno.
L’allenatore lombardo, dopo una lunghissima gavetta tra Giovanili, Berretta e Primavera, ha esordito in Serie A giovanissimo, nel 2011, sulla panchina del Palermo che lascerà il 19 dicembre dello stesso anno dopo aver ottenuto 20 punti in campionato.
Ottenuto il patentino di allenatore a Coverciano nel 2012 viene scelto come commissario tecnico dell’Under 21 con la quale debutta il 15 agosto nell’amichevole contro l’Olanda vinta 3 a 0.
Nel girone di qualificazione per gli Europei in Israele, Mangia guida gli azzurrini fino al primo posto con ben 19 punti in classifica davanti a Turchia, Irlanda, Ungheria e Liechtenstein.
Il Mister ci ha dedicato una piacevole chiacchierata e ha risposto alle nostre domande.
Mister, in questi ultimi giorni il suo nome è stato accostato a diverse panchine, alcune davvero prestigiose, cosa ci può dire a riguardo? La vedremo quindi in Israele a gugno?
Devis mangia sorride. In questo momento la testa è soltanto all’Europeo e fare bene in Israele. Non dobbiamo fare proclami o chissà quali voli pindarici. Andiamo lì per vivere un sogno sperando di andare avanti il più possibile.
C’è una panchina in particolare su cui piacerebbe sedere?
In questo momento non sono discorsi da fare, sono concentrato soltanto sulla Nazionale e fare il meglio possibile in Israele.
Un giocatore in particolare che le piacerebbe allenare?
Ma non mi interessa e, onestamente, non ci penso perchè sono molto contento di allenare i migliori giovani italiani in circolazione.
A proposito di Europei, quante chance pensa abbia la nostra nazionale di conquistare un titolo che manca dall’ormai edizione del 2004?
Ripeto, è inutile fare proclami. Noi avevamo un obbligo morale, quello di qualificarci per gli Europei in Israele e la cosa più importante era solo quella. Daremo il massimo per arrivare fino in fondo.
Mister, è opinione di molti che l’attuale selezione under 21 sia la migliore di tutti i tempi. Quale la sua opinione in tal senso?
Non sono valutazioni da fare e onestamente non lo so. Ci sono state under 21 di altissimo livello in passato con grandissimi campioni, mi viene in mente quella con Bergomi o Zenga per esempio. Ogni squadra ha la sua storia e le sue qualità.
Dopo una gavetta nelle serie minori e l'esperienza in A Mangia allena con successo l'U21 |
Io mi sono sempre ritenuto una persona molto umile e allo stesso tempo ambiziosa, sebbene le due cose siano opposte tra di loro. Sono molto autocritico e posso dire che come portiere non ero il massimo, però ho sempre avuto la passione per la tattica e allenare mi affascinava moltissimo.
Valenzana, Tritium, Ivrea, Varese, che ricordi conserva delle sue esperienze trai campi in terra battuta delle serie minori?
Ecco, una delle cose che non accetto è quando mi si dice di non aver fatto gavetta. Io ho allenato in tutte le categorie fino alla Primavera e quindi alla prima squadra. Di quelle esperienze conservo ottimi ricordi e sicuramente grazie ad esse sono cresciuto moltissimo.
Numerose sono le sue esperienze nei settori giovanili: è più facile lavorare coi giovani o con giocatori più affermati?
E’ un luogo comune quello che vuole il lavoro coi giovani meno impegnativo rispetto a quello con i campioni già fatti. Al massimo si può pensare ad un’apertura mentale per certe situazioni standardizzate nel calcio. L’importante è che i giocatori siano bravi, giovani o esperti che siano.
Vi è qualche nome di promessa poi mantenuta e contestualmente non mantenuta che in passato ha allenato?
Io sono soddisfatto di tutti i giocatori con cui ho avuto il piacere di lavorare. Spero soltanto di aver dato molto così come io ho stesso ho ricevuto.
Che ricordi conserva degli attimi vissuti nel momento in cui le affidarono la panchina del Palermo, a seguito dell’esonero di Stefano Pioli?
Fu una circostanza davvero improvvisa. Ricordo che il Direttore e il Presidente del Palermo un giorno mi dissero che ero più tranquillo io di loro. Ovviamente fui molto contento per la grossissima opportunità.
Cosa si prova ad esordire in serie A, a 37 anni, battendo 4-3 l’Inter?
E’ stato senza dubbio un enorme motivo di orgoglio, fu un’emozione grandissima. Ero il più giovane, è vero, assieme a Montella. Ci separano una manciata di giorni. Io ritengo non esistano distinzioni tra giovani allenatori e vecchi allenatori. L’importante non è l’età, ma valutare le competenze. Esistono buoni allenatori di 40 anni come allenatori meno bravi che hanno invece 60 anni.
Il presidente Zamparini in una recente intervista ha ammesso lo sbaglio di averla esonerata dopo la sconfitta nel derby contro il Catania. Come ha vissuto quel momento?
Personalmente il Palermo lo ringrazierò per sempre per quello che mi ha dato. Lascio solamente il rammarico per non aver portato a termine il mio lavoro fino in fondo. Ho letto l’intervista di Zamparini e comunque mi sembra abbia fatto un’analisi adeguata di quel periodo.
Mister io, a nome di tutto il Gdp, la ringrazio di cuore e le faccio il mio più grande in bocca al lupo per gli Europei. Abbiamo grandi campioni e sono molto fiducioso.
Grazie mille anche a lei e a tutti i lettori del Giornale di Puglia.