Lecce Smart Community, un occhio all'Europa


LECCE. OUTSMART chiama, Lecce risponde. Candidandosi a diventare Smart City, oltre che Capitale Europea della Cultura 2019: perché una città del terzo millennio che aspira a essere considerata centro propulsore delle dinamiche economiche, turistiche e culturali nel Terzo Millennio non può prescindere, nell’era della rivoluzione digitale, da un suo preciso impegno anche nei settori che fanno di una città realtà all’avanguardia nel campo delle tecnologie applicate alla cultura, alle risorse rinnovabili, all’ambiente, alla qualità della vita diffusa. In un processo virtuoso che vede la partecipazione attiva e strategica dei cittadini all’individuazione dei problemi da risolvere e delle risorse locali da valorizzare, e delle imprese che fanno innovazione alla gestione mirata, intelligente e fruttuosa della ricerca.

E questa è la direzione precisa che il Comune di Lecce intende seguire: obiettivo ribadito ieri alle Officine Cantelmo, durante il workshop internazionale “European opportunities looking at our territory: Lecce Smart Community”. Un’occasione, per la città di Lecce, per fare il punto sullo stato dei lavori in proposito confrontandosi con le esperienze virtuose di cinque città europee che l’hanno preceduta nel percorso di OUTSMART: progetto europeo in cui Lecce è stata coinvolta ufficialmente oggi (grazie al lavoro intenso e convinto dell’ufficio competente, diretto da Raffaele Parlangeli), e che vede la partecipazione di Aarhus (Danimarca), Berlino (Germania), Birmingham (Regno Unito), Santander (Spagna), Trento (Italia).

L’evento di oggi, organizzato dall’assessorato alle Politiche Comunitarie del Comune in collaborazione con la Camera di Commercio e con il Distretto Tecnologico, è stato aperto infatti dall’assessore Delli Noci, che ha spiegato come l’amministrazione comunale sia decisa nel perseguire una strada che porta alla creazione della città del futuro: “Lecce non è ancora una Smart City, ma punta ad esserlo attraverso la pianificazione strategica e il Living lab: coinvolgendo cioè tutti gli enti presenti sul territorio, il tessuto economico-imprenditoriale, i cittadini, le associazioni di consumatori e in generale tutti i soggetti interessati alla qualità della vita della città”.

Fondamentale, in questo, il supporto della Regione, che si è detta disposta a lavorare, anche in vista della prossima programmazione economica, in un’ottica di “Smart Puglia”, ovvero privilegiando i progetti che incentivano un uso intelligente delle tecnologie per risolvere i problemi e le sfide sociali che attendono il territorio nei prossimi anni. Vitale, però,  anche il ruolo dell’Università del Salento, in prima linea nel settore delle nuove tecnologie (che hanno creato in molti casi imprese giovani e capaci di stare sul mercato): perché, se la comunità scientifica internazionale riesce ormai a interagire grazie a Internet, le città “fisiche” ancora no: “Non si può guardare al futuro avendo un sistema di mobilità antico o sprecando energia”, ha detto il rettore dell’Università del Salento, Domenico Laforgia. “Bisogna dunque cambiare la cultura imprenditoriale”, ha spiegato il presidente della Camera di commercio Alfredo Prete, anche e soprattutto per creare sviluppo e debellare la disoccupazione giovanile. In questo senso la Smart City è un percorso, “una modalità di vedere la propria città in maniera integrativa e partecipativa”, ha rilevato Lorenzo Vasanelli, presidente del Distretto Tecnologico Dhitech, “dove la sfida è coniugare la tradizione culturale importante di Lecce con una sua visione moderna  e futura, non rinunciando alle radici ma valorizzando l’identità e facendone asset di attrazione per le altre realtà europee”.

Poi è stata la volta dei delegati delle città  che partecipano al progetto OUSMART, che hanno spiegato come le proprie realtà territoriali si siano ormai avviate a divenire Smart City grazie all’impiego intelligente di Internet, ormai da considerare una vera e propria infrastruttura al pari delle autostrade e degli aeroporti: “Anche la Commissione europea - ha spiegato Gilles Grattard di France Telecom (capo-progetto OUTSMART) - si sta orientando nel senso di privilegiare i progetti delle piccole e medie imprese capaci di fare innovazione e di mettere insieme pubblico e privato”.

Cinque le tematiche di cui si è occupato OUSMART, comprensivo di 11 progetti sperimentali finanziati con 70-80 milioni di euro e avviato il primo aprile 2011, dunque alle ultime battute ma ora in fase di rifinanziamento (per i prossimi due anni, che vedranno la partecipazione della città di Lecce): gestione dei rifiuti, gestione dei reflui, gestione ambientale delle risorse idriche, trasporti, illuminazione “smart” delle città. Si va quindi dal caso Aarhus, Capitale Europea della Cultura 2017, dove grazie ad un’app per smartphone si riesce ad avere in tempo reale i dati su clima, pioggia e fiumi, a Berlino e  i suoi cassonetti intelligenti, capaci di segnalare via Rete, anche in questo caso in tempo reale, quando sono da svuotare; dalle tecnologie grazie alle quali a Birmingham si evitano code e ingorghi a quelle che a Trento (che coopererà con Lecce in tal senso) consentono di individuare le perdite di acqua pubblica nelle tubature, con grande risparmio di tempo e di costi dell’intervento.

Emblematico, in questo senso, anche il percorso intrapreso da Puglia@service, nuova “struttura” creata dal Distretto Tecnologico Dhitech, in collaborazione con le tre principali università di Puglia, che una volta entrata a regime avrà il compito di raccogliere tutte le informazioni utili ai cittadini in fatto di enti che operano sul territorio e di restituirle poi agli stessi cittadini in versione aggiornata e semplificata, dunque immediatamente utilizzabile.

Insomma, Smart community come modello di prosperità  della città, ha rilevato Giorgio Prister, presidente del Major Cities of Europe Group, “città dell’equità sociale, produttività, qualità della vita, sostenibilità ambientale”, dove i cittadini, anche grazie ai social network, suggeriscono agli amministratori come intervenire: “La nostra esperienza - ha concluso il sindaco Paolo Perrone - in proposito è iniziata il 4 febbraio 2011, quando abbiamo deciso di aderire al Patto dei Sindaci per l’energia sostenibile. Da allora abbiamo iniziato a riflettere su queste tematiche e siamo convinti di questo percorso, utile a migliorare la qualità della vita diffusa attraverso la creatività e l’innovazione”. Ma adesso bisogna diffondere anche tra i cittadini e le imprese la mentalità adatta a fare di Lecce una vera Smart City: “Questa città è convinta di poter costruire il proprio sviluppo attraverso un progetto strategico che identifichi il futuro culturale di questa comunità: per questo ho lanciato la candidatura di Lecce a Capitale Europea 2019. Aarhus lo è già per il 2017, mi auguro di poter mutuare queste esperienze di successo perché servano a corroborare la nostra proposta”.

Posta un commento

Nuova Vecchia

Modulo di contatto