Motori: a Torino in mostra le auto dell' Avvocato

di Michele Tedesco TORINO. A dieci anni dalla scomparsa, la città di Torino continua a ricordare il suo cittadino forse più illustre: Gianni Agnelli. Lo ha fatto anche questa mattina, alla presenza dei suoi più cari nipoti, Lapo e John Elkann, con una mostra dedicata alle sue auto, allestita presso il MAuTo, Museo Nazionale dell’ Automobile (www.museoauto.it). Protagonista indiscusso della rivoluzione industriale italiana che ha portato alla diffusione massiva del concetto di mobilità privata a motore, l’ Avvocato è stato prima che un costruttore, un grandissimo appassionato di automobili. Guidare era una passione per lui, “e sapeva guidare benissimo, se la cavava sempre”, come ha ricordato lo stesso Lapo. Tre sono le aree dedicate alla mostra, tutte impreziosite da ricchissimo materiale multimediale. La prima racconta la storia e i momenti più salienti dello sviluppo di casa FIAT, di cui Agnelli è stato indiscusso protagonista. La seconda area vede le dieci vetture di proprietà di Gianni Agnelli, protagoniste indiscusse dell’ esposizione. Non prototipi, nè fuoriserie, ma auto di produzione rese uniche dal concetto di “Tailor Made”, del “pensato” dall’ Avvocato e “realizzato su misura” per l’ Avvocato. Tra tutte spicca la Fiat 130 familiare, con inserti di legno sulle fiancate e una cesta di vimini sul tetto, usata come porta-sci durante le permanenze della famiglia Agnelli a St. Moritz, come la Lancia Delta Integrale, adattata a cabriolet. Per le vacanze estive in Corsica, Agnelli si muoveva con una delle sue 11 Fiat Panda: la Panda Rock Moretti. La Lancia K Limousine, a passo lungo, accolse anche la Regina Elisabetta di Inghilterra nella sua visita ufficiale del 2000; Agnelli la volle con gli interni di velluto blu e tetto rivestito in vinile, che avrebbe dovuto “americanizzare” l’ idea di automobile di rappresentanza. Visionario e attualissimo, fa bella mostra di sè un concept di Fiat Multipla Spider. La Fiat 130 Shooting Brake Maremma e la Fiat Croma blindata, con motore Alfa Romeo, fanno da esclusiva cornice alla Ferrari 360 Speedway “barchetta” (unico esemplare, in questa versione, prodotto dalla casa di Maranello): forse la più bella, ma non la più importante. La sua “favorita”, infatti, fu la Fiat 125 blu oltremare del 1967, con motore da 1600 cmc e 90 cavalli di potenza: i vertici dell’ azienda fecero molta fatica per fargli accettare la nuova 131. L’ ultima parte della rassegna, approfondisce il tema del “tailor made” applicato nel campo dell’ automotive: in mostra, alcuni prototipi frutto del lavoro in collaborazione con il Centro Stile Fiat e con il Centro Stile Ferrari nel 2012. Amava l’ Italia e le automobili, la velocità e le sue auto. E pensare che al servizio dell’ Avvocato c’era anche un autista, Michele D’ Aloia, il cui compito era quello di starsene seduto al posto del passeggero.

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