TARANTO. Ci furono "pressioni e minacce della moglie Cosima e della figlia Sabrina a Michele Misseri prima dell'interrogatorio del 6 ottobre 2010 sulla versione da fornire agli inquirenti". Lo ha sostenuto il pm della Procura della Repubblica di Taranto, Mariano Buccoliero, nella requisitoria al processo per l'omicidio di Sarah Scazzi avvenuto ad Avetrana il 26 agosto del 2010. Emerge da una intercettazione ambientale, gia' nota, quella in auto del 5 ottobre.
"Quella mattina ci fu una lite in casa Misseri tra i componenti della famiglia, come ha riferito un testimone che qui in aula ha detto di aver sentito delle urla quella mattina", ha aggiunto. Ma poi ci sarebbero stati altri episodi, come quello del 22 ottobre in carcere quando l'altra figlia, Valentina, va a trovarlo in carcere per la prima volta fermandolo nel momento in cui l'uomo avrebbe chiesto 'chi sta coprendo Sabrina', oppure in un'altra occasione in un colloquio con la nipote Antonella Greco, sempre in carcere.
"Michele Misseri non era presente all'omicidio, ", ha spiegato Buccoliero. Le due donne lo avrebbero chiamato quel pomeriggio, subito dopo il delitto, affermando che Sarah era morta mentre "stava giocando con Sabrina. Ecco perche' lui non ha mai coinvolto la moglie Cosima. E per questo nell'intercettazione dice 'non li credo'".
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