“Basta con questa persecuzione”, Mennea dice no alla soppressione della sede Equitalia di Barletta


BARLETTA. “Non solo Equitalia è diventata il terrore degli italiani ma a questo si aggiunge il disagio derivante dalla soppressione della sede di Barletta, la seconda in ordine di importanza dopo quella di Bari, dove cittadini già abbondantemente tartassati e professionisti iper responsabilizzati gratuitamente dallo Stato, si recano a migliaia da tutta la provincia Bat per concordare rateizzazioni, chiedere chiarimenti o incontrare i responsabili della sede. Siamo ormai al paradosso”. A dichiararlo è Ruggiero Mennea, consigliere regionale del Partito Democratico. “Creare ulteriori disagi ai cittadini della provincia di Barletta Andria Trani, già penalizzati dalla recente soppressione della sede del tribunale di Barletta, significa mortificare e umiliare il diritto dei cittadini di vedere la pubblica amministrazione al proprio servizio e non il contrario”, aggiunge Mennea. “Se la soppressione fosse legata all’esigenza della riduzione dei costi di gestione delle sedi territoriali, sarebbe più opportuno e giusto abbattere i compensi esorbitanti che gli amministratori e gli alti dirigenti percepiscono standosene comodamente seduti nelle sedi romane. Basta con questa persecuzione. Bisogna impedire la chiusura della sede di Equitalia di Barletta per evitare che cittadini onesti e professioni seri, oltre a pagare regolarmente le cartelle esattoriali, debbano subire il disagio di sobbarcarsi molti più chilometri, pagando altresì lo scotto dell’inevitabile sovraffollamento della sede sopravvissuta. Faccio appello ai nostri parlamentari pugliesi per impedire questo scempio, che confermerebbe, ancora una volta, una grave ingiustizia a danno dei più deboli e a favore della casta dei burocrati”.

“È arrivato il momento di fermare definitivamente il saccheggio continuo di sedi di enti pubblici a danno di Barletta e del nostro territorio provinciale”, conclude il consigliere regionale del Pd. “Noi vogliamo essere considerati cittadini italiani con eguali doveri e con altrettanti eguali diritti”.