ROMA - Terminata la terza votazione con un nuovo nulla di fatto. Romano Prodi ha ottenuto solo 22 preferenze, ma solo perché è il candidato del quarto scrutinio, quando il quorum si abbasserà a 504. Ma restano le incertezze. Perché se è vero che il professore sulla carta conta 500 voti (calcolando i Grandi elettori di Pd, Sel, socialisti, Svp, centro democratico e altri), è altrettanto vero che nel segreto dell'urna, come dimostra l'esperienza di Marini, le cose possono cambiare. Per questo nel Pd c'é massimo allarme. Timore plasticamente dimostrato dal tentativo di Ricardo Levi (ex portvoce di Prodi) e Dario Franceschini di convincere Scelta Civica a convergere sull'ex presidente della Commissione europea. Ma il professore, intercettato dai due esponenti del Pd nel bel mezzo del cortile di Montecitorio, non cede e conferma che per il Quirinale serve una figura gradita anche dal centrodestra.