BARI - “Esco allibito dall’audizione svoltasi questa mattina in V commissione consiliare sulla questione delle quattro gallerie idrauliche in esercizio nel rione Tamburi di Taranto, al servizio delle necessità industriali di ILVA. Mi appello pertanto al Presidente Vendola affinché si occupi con urgenza della questione, perché più che udire e denunciare, i consiglieri regionali e il Presidente della commissione Pentassuglia non possono fare”.
Lo dichiara il Consigliere regionale, Fabiano Amati.
“Sono allibito – ribadisce Amati - perché, diversamente da quanto ordinatogli dal Comune di Taranto, e confermato dall’assessore Baio oggi in audizione, Ilva ritiene di non avere titolo ad eseguire i monitoraggi necessari sugli edifici pubblici e privati a garanzia delle migliori pratiche di Protezione civile. Il sistema di monitoraggio che Ilva nega a dispetto delle prescrizioni impartite dal Comune di Taranto, è l’unico rimedio di presidio alla sicurezza dei cittadini residenti o frequentatori degli immobili pubblici e privati insistenti nell’area interessata, nelle more che si compiano le più approfondite verifiche sulle condizioni strutturali delle gallerie, le cui necessità e complessità sono affermate sia dai funzionari pubblici della Regione, del Comune e dell’Autorità di Bacino che dai consulenti di Ilva.
La realizzazione urgente del sistema di monitoraggio, consistente nella registrazione di ogni scostamento statico degli immobili, consentirebbe l’intervento tempestivo dell’Autorità comunale di Protezione civile, per porre in essere con anticipo – e in ossequio ai principi di massima prevenzione - tutte le iniziative a tutela della vita umana.
Trovo alquanto bizzarro ed amministrativamente infondato che Ilva declini l’adempimento a questa attività di monitoraggio sulla base dei titoli di proprietà sugli immobili interessati, considerato che i provvedimenti di Protezione civile sono per natura in grado di obbligare chiunque compia, e in qualsiasi modo, attività in grado di mettere a rischio la pubblica e privata incolumità a derogare ad ogni norma sui diritti reali. A meno che Ilva non ritenga che le gallerie del rione Tamburi non siano al suo servizio e che furono realizzate per costruire una metropolitana comunale.
Le condotte al centro della discussione sono in tutto 4 e furono realizzate negli anni '60. Partendo dal mar Piccolo, attraversano il quartiere Tamburi di Taranto e portano l'acqua, utilizzata a scopi industriali, agli stabilimenti Ilva. L'interferenza delle condotte con la stabilità del suolo e del sottosuolo e con la generale sicurezza degli edifici del quartiere, già interessato da un crollo nell'area mercatale, non sono ancora del tutto chiare.
In particolare, una delle quattro gallerie attraversa la palestra della scuola ‘Deledda’, e potrebbe rappresentare un pericolo per gli alunni della stesso edificio.
A seguito di una serie di articoli di stampa e di proteste da parte dei genitori degli alunni della scuola, fu istituita una task force regionale che avviò una serie di indagini e verifiche mirate e richiese ai soggetti competenti, tra i quali il comune di Taranto, in qualità di autorità di Protezione civile, e l'Ilva chiarimenti sullo stato di sicurezza e sulle eventuali iniziative da intraprendere per mettere in sicurezza l'intera area e per monitorare eventuali cambiamenti significativi sulla staticità degli edifici”.