"Def, quello di Monti è 3 volte inutile"

ROMA. Il Def approvato ieri dal Consiglio dei ministri è “tre volte inutile: inutile per il passato, inutile per il presente e inutile per il futuro”. Lo scrive Renato Brunetta, capogruppo del Pdl alla Camera, in un editoriale pubblicato da “Il Giornale”.

“Per il passato – sottolinea – perché non serve a nulla ricordare i risultati (fallimentari) di un governo che il popolo italiano ha già giudicato, con grande chiarezza, il 24 e 25 febbraio 2013. E su cui il presidente del Consiglio non fa alcuna autocritica. Si pensi all’overshooting della riforma delle pensioni, vale a dire il sovradimensionamento delle misure adottate, fino a compromettere il raggiungimento dei risultati sperati (vedi la tragica vicenda degli esodati); si pensi agli effetti devastanti, in termini di distruzione di posti di lavoro, della riforma del mercato del lavoro; e si pensi a tutte le nuove tasse introdotte nel nostro sistema fiscale nell’ultimo anno, a partire dall’IMU sulla prima casa (e non solo…)”.

“Inutile per il presente perché si tratta di un atto che il governo ha dovuto necessariamente approvare, date le scadenze europee, ma che non presenta, di fatto, alcun contenuto di valore. E che dovrà essere riscritto di sana pianta dal prossimo esecutivo, non appena avrà ottenuto la fiducia del Parlamento su un programma chiaro e definito. In questo caso la responsabilità non è tanto del presidente dimissionario Mario Monti, quanto di chi ha bloccato, ad oggi per 45 giorni, la formazione di un nuovo governo. Vale a dire la sinistra irresponsabile e avventurista di Pierluigi Bersani”.

“Inutile per il futuro – continua l’ex ministro - perché non indica alcun cambiamento di rotta, bensì uno sterile e colpevole continuismo rispetto alla politica economica imposta ai paesi sotto attacco speculativo dall’Europa a trazione tedesca e fino ad oggi passivamente riprodotta nel nostro paese”.

“Dobbiamo voltare pagina, con la massima celerità possibile. E per questo occorre un governo politico forte, stabile, sostenuto da un’ampia maggioranza in Parlamento e che non sia schiavo dei pregiudizi, ma capace – conclude Brunetta – di far valere tutto il peso del nostro paese in Europa”.