FOGGIA - Non gusci vuoti ma strutture funzionanti. I Poliambulatori inaugurati questa mattina nel territorio foggiano (Ascoli Satriano, Carapelle, Stornara e Cerignola) dal Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e dall’assessore alla Salute e al Welfare Elena Gentile (accompagnati dal direttore generale della Asl di Foggia Attilio Manfrini), corrispondono esattamente a questa definizione. Non tagli di nastri quindi per spot elettorali, bensì visite inaugurali a strutture sanitarie e sociosanitarie già funzionanti e operative sul territorio, per il Presidente Vendola cioè “il modo più intelligente di ripensare la sanità”.
“La chiave per cambiare la sanità - ha aggiunto Vendola parlando con i giornalisti a margine delle inaugurazioni - sta nei servizi territoriali, nell’assistenza domiciliare e nell’essere in grado di capire che tante volte l’ammalato non ha bisogno di medicina ma di socialità, perché magari è ammalato di solitudine, di povertà o di vecchiaia. Queste malattie non si curano con i ricoveri, ma con una rete di solidarietà, con una rete capillare come quella dei poliambulatori e dei servizi territoriali.
“In tutto l’appennino dauno – ha detto il Presidente - noi oggi cominciamo a dare risposte di sistema. Siamo nella zona che ha sofferto di piu la lontananza dalla rete ospedaliera e anche la distrazione di una certa classe dirigente. Ma da un po’ di anni, questa zona che in fondo ha soltanto 60mila abitanti, è al centro delle nostre attenzioni, è nel nostro cuore e la consideriamo un biglietto da visita pregiato per tutta la Puglia. Noi stiamo provando a portare servizi, oggi abbiamo inaugurato quattro poliambulatori sparsi sul territorio, non sono degli spot ma una infrastrutturazione forte per tutto il sub appennino dauno”.
Per Vendola, “la scelta di investire sulla sanità territoriale costruendo “i poliambulatori, le case della salute e la domiciliarizzazione delle cure è una scelta che comporta risparmi, senza tagliare sulla pelle dei diritti delle persone e degli ammalati”.
“La rete ospedaliera invece – ha proseguito Vendola - deve essere per necessità reigegnerizzata, ricostruita, ripensata, fatta dimagrire e contemporaneamente modernizzata, portata a standard di offerta di altissimo livello. Oggi un ammalato sa dove ci sono le cure migliori, le tecnologie migliori e i medici più bravi, noi dobbiamo essere competititvi come livello dell’offerta sanitaria. Gli ospedali vanno liberati dalla pressione di domande di salute che invece devono avere la loro risposta nel territorio. Non è possibile – ha concluso Vendola - che le cose che naturalmente si possono fare in un ambulatorio, debbano essere fatte in un grande ospedale perchè questo signfica che l’ospedale diventa una discarica in cui precipitano tutte le domande dei territori”.
L’agenda della mattinata, oltre alla inaugurazione/visita ai quattro poliambulatori prevedeva anche l’inaugurazione dell’eliporto collocato nel nuovo ospedale di Cerignola, la visita al servizio di emergenza/urgenza e ai tre cantieri (sempre all’interno del Tatarella) che entro pochi mesi produrranno il secondo centro di riferimento pugliese per gli ammalati di fibrosi cistica, un asilo nido e il primo centro pubblico di assistenza a coloro che sono affetti da autismo.
“La giornata di oggi – ha detto in conclusione della visita presso l’ospedale Tatarella di Cerignola l’assessore alla Salute Elena Gentile - corona uno sforzo importante. Noi continueremo nell’impegno quotidiano finalizzato a migliorare la qualità dell’assistenza di questo presidio ospedaliero che diventerà presto elemento centrale nella rete dei servizi ospedalieri foggiani”.
Infine la Gentile ha parlato “dei cantieri dal sapore diverso che abbiamo voluto costruire in questo ospedale”, e cioè i cantieri per la costruzione del “primo centro pubblico per i ragazzi affetti da autismo, di un asilo, volutamente aperto ai territori e infine della unità operativa di fibrosi cistica. Cerignola – ha concluso la Gentile - ospita con orgoglio il secondo centro di riferimento pugliese per la fibrosi cistica, un centro che ha portato qui 101 esperienze di dolore ma anche di fiducia per il futuro”.