di Vittorio Polito.
È stata inaugurata alla Camera di Commercio di Bari l’interessante mostra della Bari Murattiana dedicata ai portoni dell’Ottocento e del primo Novecento.
Per l’occasione è stato pubblicato da Adda Editore il bel catalogo a cura di Maria Leonia Fischetti Majorano (pagg. 192 - € 20, disponibile nelle librerie).
Alessandro Ambrosi, presidente della Camera di Commercio di Bari, che firma la presentazione, scrive che «In quei manufatti rifulse l’ingegno e la maestria dei nostri mastri d’ascia le cui competenze e abilità traevano origine da una lunga tradizione ereditata di generazione in generazione. Si tratta di vere opere d’arte che sopravvivono all’ingiuria dei tempi e degli uomini e testimoniano la versatilità oltre che la maestria di quegli artigiani».
Pietro Marino, che ha curato il saggio introduttivo «L’eclettico Novecento di una città Levante», fa un po’ la storia del Novecento e quella dei bei portoni che fanno ancora bella mostra nella nostra città anche al di fuori del quartiere Murat. Il caso più evidente è il Palazzo Mincuzzi, in via Sparano, sovrastato dalla maestosa cupola dorata, progettato da Forcignanò-Palmiotti, frutto tardo e maturo della cultura liberty apparsa nei grandi magazzini come i parigini Lafayette.
La curatrice dell’opera, Maria Leonia Fischetti Majorano, scrive nella sua presentazione che «La mostra è un itinerario tra i palazzi più significativi costruiti fra la fine dell’Ottocento ed i primi anni del Novecento, attraverso simboli spesso ignorati che evidenziano l’esistenza di un patrimonio culturale sommerso, che merita di essere adeguatamente valorizzato e tutelato perché entrato a far parte della memoria storica barese. La ricerca è stata portata avanti con gli allievi del corso di “Scenotecnica” presso l’Accademia di Belle Arti di Bari, nell’ambito delle attività culturali tese a creare dei collegamenti con il territorio».
Tra i vari plastici esposti mi piace segnalare quello relativo al Palazzo Atti, sito in Corso Cavour n. 24 ang. via Cognetti, costruito nel 1915-16 su progetto di Ettore Patruno e costruzione di Luigi Colonna il cui plastico è stato realizzato da Annika De Tullio e Rosa Lorusso su disegni di Marica Longano e Rosa Leonetti.
La pubblicazione, inoltre, riporta l’elenco nominativo degli allievi del corso di “Scenotecnica”, tenuto dalla stessa curatrice dell’opera presso l’Accademia di Belle Arti di Bari che hanno eseguito disegni e plastici.
La mostra resterà aperta fino al 30 aprile prossimo dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 (sabato e domenica esclusi).
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