BARI - Fissare al reddito personale il limite economico per la concessione delle pensioni di inabilità per gli invalidi civili. È l’obiettivo del disegno di legge, primo firmatario il Senatore Dario Stefàno (SEL) che intende sgombrare da ogni dubbio interpretativo l’attuale giurisprudenza in materia e fissare con chiarezza il criterio che INPS dovrà adottare per la erogazione degli assegni e le pensioni di invalidità civile.
Tutto nasce dalla sentenza n.4677 del 2011 della Corte di Cassazione che si è espressa stabilendo che il limite reddituale previsto per la concessione della pensione di invalidità civile agli invalidi al 100 per cento non è solo quello personale ma anche quella dell’eventuale coniuge. Una sentenza che aveva accolto una richiesta dell’INPS, andando però nella direzione opposta ad altre numerose sentenze della stessa Consulta in cui veniva stabilito come criterio il reddito personale.
“La farraginosità della normativa vigente - spiega il senatore Stefàno - è alla base di una sentenza che sebbene non sia stata espressa a sezioni unite e pertanto può rappresentare solo un orientamento giurisprudenziale e dunque può essere motivatamente superata da altre sentenze, va letta con grande prudenza. Poiché se confermata metterebbe a rischio le pensioni di oltre 850 mila persone”.
Attualmente il limite reddituale per ottenere la pensione di 260, 27 euro mensili è fissato, per il 20111, a 15.154,24 euro lordi e scende a 4.470, 70 euro lordi per l’assegno agli invalidi civili parziali.
Finora si è tenuto conto del reddito personale, ma con la novità giurisprudenziale potrebbero essere revocati assegni e pensioni ai titolari il cui reddito personale sommato a quello del coniuge dovesse superare i limiti previsti. Il rischio è che INPS - che sinora ha proceduto secondo una prassi ed una giurisprudenza consolidate - possa procedere a migliaia di revoche sulla base dei nuovo requisiti di reddito.
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