Nuovo monito da parte dell'Ue sullo stato di salute dell'economica italiana. L'elevato debito pubblico e la perdita di competitivita' "continuano ad essere i principali squilibri macroeconomici individuati" dalla Commissione Europea per l'Italia. E' quanto emerge dal rapporto sugli squilibri macroeconomici in 13 paesi dell'Unione europea diffuso oggi dall'esecutivo di Bruxelles, nell'ambito della nuova governance economica dell'Unione che "permette di indirizzare preventivamente gli squilibri creando le basi per una crescita sostenibile", come spiega nel commento al rapporto il vicepresidente Olli Rehn.
BANCHE ITALIA PIU' DEBOLI, MENO CAPACI SOSTENERE ECONOMIA - "La capacita' di recupero del settore bancario italiano si e' gravemente indebolita dalla meta' del 2011, minando la capacita' delle banche di sostenere l'attivita' economica e il risanamento": e' la valutazione della Commissione europe
Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi |
SQUINZI, TEMPO E' SCADUTO - La situazione di stallo nella politica italiana rende ancora piu' difficile la ripresa economica del Paese. Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, a margine di una visita alla Fiera di Rho, ammette che stando cosi' le cose "c'e' il rischio di non agganciare la ripresa che ci sara' in Europa nella seconda parte dell'anno.
Ed e' un fatto piuttosto grave. C'e' bisogno di uomini di buona volonta' che si rendano conto che la situazione economica e' drammatica".
Il Presidente di Confindustria insiste sul fatto che "non c'e' piu' tempo da perdere, come dice la pagina pubblicitaria che abbiamo pubblicato su tutti i giornali. Il tempo e' scaduto". Il decreto del Governo che ha sbloccato il pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione alle imprese non e' esattamente quello che si aspettava il presidente di Confindustria, ha ammesso il numero uno di Viale dell'Astronomia. "Ci aspettavamo un pochino piu' di coraggio - ha spiegato - altrimenti il Paese continuera' ad essere in grande difficolta'".
Olli Rehn |
La stima di deficit del governo per il 2013 si conferma al 2,9% del Pil, mentre il debito dovrebbe salire al 130,4% "al lordo della quota di pertinenza dell'Italia dei prestiti Efsf alla Grecia e del programma Esm". Il Cdm "ha approvato il Def per 2013 che è il momento centrale del ciclo di programmazione della politica economica e di bilancio del paese. Il luogo per assicurare la sintonia tra la priorità politica nazionale e l'Ue".
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