BARI. “Siamo d’accordo con gli emendamenti proposti alla legge regionale sui piani urbanistici per garantire un’inappuntabile e doverosa tutela al prezioso patrimonio ambientale regionale. Tuttavia non si può non riscontrare un profondo controsenso tra le intenzioni legislative che si muovono nella direzione di una sorta di tolleranza zero nei confronti delle deroghe generalizzate alla costruzione e alcuni, eclatanti casi pratici che potrebbero vedere la luce sul territorio”.
Aldo Pugliese, Segretario Generale della UIL di Puglia, fa riferimento all’ospedale San Cataldo di Taranto, “per la cui realizzazione dovranno essere espropriate aree a destinazione d’uso agricolo, il che comporterà un ovvio cambio nel piano regolatore a sfavore dell’ambiente circostante, senza dimenticare le opportunità che, inevitabilmente, si schiuderebbero per speculazioni edilizie che il fallimentare progetto San Raffaele aveva già fatto presagire”. Secondo Pugliese, “le alternative alla costruzione di un nuovo nosocomio da 750 posti letto esistono, ma puntualmente vengono ignorate dalla Regione Puglia, che invece si incaponisce nel perseguire progetti megalomani senza fare i conti con l’effettiva ricaduta, a livello ambientale e di miglioramento del servizio socio-sanitario, sul territorio pugliese. La Uil sostiene e caldeggia da tempo, in tal senso, la rivalorizzazione dell’ospedale Nord, una struttura che per posizionamento geografico rappresenterebbe una soluzione strategica e ideale per garantire un ottimo servizio ai cittadini del capoluogo ionico e per ergersi a polo d’eccellenza della sanità pugliese. Una simile opportunità l’avevamo presentata già prima del clamoroso fiasco del San Raffaele del Mediterraneo, eppure si era preferito imbarcarsi in un’avventura poi rivelatasi, oltre che inutile, costosissima, considerato che sei milioni di euro, pagati dai cittadini pugliesi, sono andati di fatto perduti. La speranza è che la storia, almeno stavolta, sia davvero maestra di vita ed eviti di inciampare ancora negli errori del passato”.
Aldo Pugliese, Segretario Generale della UIL di Puglia, fa riferimento all’ospedale San Cataldo di Taranto, “per la cui realizzazione dovranno essere espropriate aree a destinazione d’uso agricolo, il che comporterà un ovvio cambio nel piano regolatore a sfavore dell’ambiente circostante, senza dimenticare le opportunità che, inevitabilmente, si schiuderebbero per speculazioni edilizie che il fallimentare progetto San Raffaele aveva già fatto presagire”. Secondo Pugliese, “le alternative alla costruzione di un nuovo nosocomio da 750 posti letto esistono, ma puntualmente vengono ignorate dalla Regione Puglia, che invece si incaponisce nel perseguire progetti megalomani senza fare i conti con l’effettiva ricaduta, a livello ambientale e di miglioramento del servizio socio-sanitario, sul territorio pugliese. La Uil sostiene e caldeggia da tempo, in tal senso, la rivalorizzazione dell’ospedale Nord, una struttura che per posizionamento geografico rappresenterebbe una soluzione strategica e ideale per garantire un ottimo servizio ai cittadini del capoluogo ionico e per ergersi a polo d’eccellenza della sanità pugliese. Una simile opportunità l’avevamo presentata già prima del clamoroso fiasco del San Raffaele del Mediterraneo, eppure si era preferito imbarcarsi in un’avventura poi rivelatasi, oltre che inutile, costosissima, considerato che sei milioni di euro, pagati dai cittadini pugliesi, sono andati di fatto perduti. La speranza è che la storia, almeno stavolta, sia davvero maestra di vita ed eviti di inciampare ancora negli errori del passato”.