Quando la Bari ultramoderna passa dal 'ferro' al mare

di Nicola Zuccaro - Mercoledì 24 Aprile 2013. Un'altra giornata storica per il futuro della Città di Bari? E' l'interrogativo che si pone dopo la presentazione ufficiale alla stampa del Concorso Internazionale di idee per le aree ferroviarie da dismettere e da riqualificare.

Per un costo pari a 161 milioni di euro si potrà dare una svolta alla questione ferroviaria ovvero a quel fiume di ferro che ha diviso inconsapevolmente Bari per più di 150 anni poichè, a pochi decenni di distanza dalla fondazione della Bari Murattiana, l'imprevista espansione della città oltre la Ferrovia rappresentò quel nodo difficile, o per alcune volontà politiche delle Amministrazioni Comunali che si succedettero, impossibile.

Si dovette attendere il 1934 quando Concezio Petrucci elaborò un nuovo Piano Regolatore che ne prevedeva lo spostamento. Dopo, complice la forzata pausa bellica non se ne fece più nulla; nemmeno negli Anni '60 e '70 quando Bari fu invasa sia dall'espansione urbanistica che dallo sviluppo edilizio. Dopo decenni dai tanti fiumi di parole si è ad una svolta per poter rendere Bari 200 anni dopo una città ultramoderna alla pari di una metropoli europea.

E' l'intento dell'Amministrazione Emiliano, il cui titolare, ha voluto esprimere la grandissima soddisfazione per il risultato ottenuto. Sarà il primo passo per una più complessiva riqualificazione infrastrutturale di Bari? L'incompiuta camionale, l'incompiuto Asse Nord - Sud inserite, come opere pubbliche, nell'articolato funzionamento intermodale rappresentato dall'Interporto indicano che il cammino è ancora lungo e che fra il dire e il fare c'è sempre di mezzo il mare. Nella fattispecie di Bari è proprio il caso di scriverlo.

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