Renzi-Bersani, veleni sui grandi elettori
Accuse e repliche a stretto giro di posta al vetriolo fra Matteo Renzi e Pier Luigi Bersani sul caso dei 'grandi elettori' toscani che parteciperanno all'elezione del Presidente della Repubblica. Il sindaco di Firenze ha ricevuto solo due preferenze nella votazione del Consiglio regionale della Toscana, che gli ha preferito Enrico Rossi, numero uno della Regione, Alberto Monaci, presidente dell'Assemblea, e Roberto Benedetti, vicepresidente. Il 'grande escluso' non ha nascosto la sua delusione, accusando la nomenclatura romana del Pd di aver tramato alle sue spalle. "Mi avrebbe fatto piacere rappresentare la mia Regione. Qualcuno mi aveva detto vai avanti tranquillo, ti votiamo, ma poi e' arrivata qualche telefonata da Roma per fare il contrario...", ha detto a margine di un incontro a Trieste. Immediata la replica di Pier Luigi Bersani.
"Nella sequela di quotidiane molestie mi vedo oggi attribuiti non so quali giochini tesi ad impedire la nomina di Renzi a grande elettore per la Regione Toscana", ha puntualizzato il segretario in una nota. "Smentisco dunque di aver deciso o anche solo suggerito, o anche solo pensato alcunche', a proposito di una scelta che riguarda ovviamente e unicamente il consiglio regionale della Toscana".
La precisazione non e' bastata al sindaco di Firenze che, piu' tardi, e' tornato all'attacco. "Fare il delegato regionale per eleggere il Presidente della Repubblica non era un mio diritto. Lo avrei fatto volentieri, certo, orgoglioso di rappresentare Firenze e la Toscana", ha scritto su Facebook ribadendo l'affondo di questa mattina a Trieste. "Le telefonate romane hanno cambiato le carte in tavola, peccato. Nessun dramma pero', in politica puo' succedere", ha aggiunto. "Mi spiace soltanto la doppiezza di chi parla in un modo e agisce in un altro", ha attaccato. "Ai doppiogiochisti dico: forse non riusciro' a cambiare la politica. Ma la politica comunque non cambiera' me. Io quando ho da dire qualcosa lo dico in faccia, a viso aperto, e non mi nascondo dietro i giochini", ha assicurato.
BERSANI, MAI NESSUNA TELEFONATA A RENZI - ''Chiedete a Telecom, non ho fatto nessunissima telefonata e pregherei di credere che, con tutti i problemi che ci sono, l'ultimo problema e' decidere dei 494 nostri grandi elettori chi sia l'uno o l'altro''. Cosi' Pier Luigi Bersani, in un'intervista al Tg1, replica alle accuse di Matteo Renzi su uno stop da Roma per i grandi elettori.
"Nella sequela di quotidiane molestie mi vedo oggi attribuiti non so quali giochini tesi ad impedire la nomina di Renzi a grande elettore per la Regione Toscana", ha puntualizzato il segretario in una nota. "Smentisco dunque di aver deciso o anche solo suggerito, o anche solo pensato alcunche', a proposito di una scelta che riguarda ovviamente e unicamente il consiglio regionale della Toscana".
La precisazione non e' bastata al sindaco di Firenze che, piu' tardi, e' tornato all'attacco. "Fare il delegato regionale per eleggere il Presidente della Repubblica non era un mio diritto. Lo avrei fatto volentieri, certo, orgoglioso di rappresentare Firenze e la Toscana", ha scritto su Facebook ribadendo l'affondo di questa mattina a Trieste. "Le telefonate romane hanno cambiato le carte in tavola, peccato. Nessun dramma pero', in politica puo' succedere", ha aggiunto. "Mi spiace soltanto la doppiezza di chi parla in un modo e agisce in un altro", ha attaccato. "Ai doppiogiochisti dico: forse non riusciro' a cambiare la politica. Ma la politica comunque non cambiera' me. Io quando ho da dire qualcosa lo dico in faccia, a viso aperto, e non mi nascondo dietro i giochini", ha assicurato.
BERSANI, MAI NESSUNA TELEFONATA A RENZI - ''Chiedete a Telecom, non ho fatto nessunissima telefonata e pregherei di credere che, con tutti i problemi che ci sono, l'ultimo problema e' decidere dei 494 nostri grandi elettori chi sia l'uno o l'altro''. Cosi' Pier Luigi Bersani, in un'intervista al Tg1, replica alle accuse di Matteo Renzi su uno stop da Roma per i grandi elettori.