Vendola, un errore larghe intese

ROMA - "Abbiamo spiegato le ragioni della nostra opposizione a quello che si preannuncia essere un governo di larghe intese". Nichi Vendola al termine dell'incontro con il Presidente del consiglio incaricato Enrico Letta, conferma il no di Sel all'esecutivo sottolineando che le larghe intese "sono la risposta sbagliata al fatto epocale della richiesta di cambiamento".

"Abbiamo rivolto un augurio sincero di buon lavoro ad Enrico Letta". Nichi Vendola, nel ribadire che Sel resterà all'opposizione, sottolinea però come non vi sia 'nessuna ostilita' nei confronti della persona" del presidente del Consiglio incaricato. Inoltre, aggiunge, "la nostra opposizione non significa regredire verso forme di populismo". Anche perché, conclude, se il governo dovesse nascere", deve dare risposte certe sui temi della cassa integrazione in deroga, degli esodati, della crisi sociale e del negoziato con l'Europa per ridiscutere in radice le politiche di austerity.

 "Il Cln era un luogo in cui convivevano diversità straordinariamente lontane e per certi versi inconciliabili. Solo un soggetto non c'era: i fascisti", Vendola, rispondendo ad una domanda sul 25 aprile al termine delle consultazioni con Enrico Letta, accosta l'antifascismo all'antiberlusconismo. "Ecco, se avessimo dovuto ispirarci a quella esperienza - osserva Vendola - erano altri gli alleati da cercare visto che il nostro tema è uscire dal ciclo del berlusconismo".

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