LECCE - In rete per costruire insieme la cultura della tutela ambientale e dell'inclusione sociale. È con questo intento che nasce R.E.T.I. – Rifiuti ed Ecologia per il Territorio e l’Inclusione, progetto finanziato dalla Fondazione CON IL SUD e ideato e realizzato da 7 associazioni salentine coordinate da CulturAmbiente onlus con la collaborazione dell’Assessorato alle Politiche Ambientali di Andrea Guido e dell’Assessorato ai Lavori Pubblici di Gaetano Messuti..
Protagonisti dell'iniziativa 100 bambini dai 7 agli 11 anni, alunni della sede distaccata di via Carrara dell'Istituto Comprensivo “Stomeo Zimbalo” di Lecce. I piccoli studenti sono chiamati a scoprire come si gestiscono i rifiuti, comprnederne le problematiche e realizzare modelli e azioni concrete di riutilizzo grazie agli interventi educativi ed esperienziali delle associazioni “Nuova Messapia”, OIPA Italia onlus - Organizzazione Internazionale Protezione Animali, AttentaMente, A.N.P.A.N.A. Associazione Nazionale Protezione Animali Natura Ambiente, EMS - Ente Modelli Sostenibili, A.S.T.S.M. - Associazione Salentina Tutela Salute Mentale e, prima fra tutte, CulturAmbiente onlus, capofila di tutta la rete. Partner privato del progetto, invece, sarà AXA, realtà che opera da anni nel settore della gestione degli R.S.U.
Il percorso di educazione ambientale e di inclusione sociale è rivolto sia ai bambini e sia agli insegnanti e ha incluso, inoltre, 15 iscritti dell’Associazione Salentina Tutela Salute Mentale di Lecce che già collabora anche alla cura e alla gestione del rifiuto umido prodotto dalla scuola.
Ospite d'eccezione di questo speciale percorso all'insegna della valorizzazione del rifiuto “Vera la Compostiera”, un macchinario unico in Puglia per la trasformazione del rifiuto umido in prezioso compost utilizzato per concimare l'orto didattico curato dai piccoli studenti dell’Istituto Zimbalo.
Insegnanti e alunni possono conferire lo scarto della frazione organica prodotta nella mensa scolastica direttamente nella compostiera posizionata proprio all’interno della scuola.
Mentre, per le sue caratteristiche di innovazione tecnologica, il processo di rivalutazione del rifiuto attivato dalla compostiera viene seguito passo dopo passo dai ricercatori di Enea-Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile.
Il macchinario, di ultima generazione, infatti, è uno dei 30 esemplari di compostiera collettiva esistenti oggi in Italia e consente l’auto-smaltimento dei rifiuti prodotti sia dalle utenze domestiche sia da mense, ristoranti o strutture ricettive, rappresentando una soluzione ottimale per la gestione del ciclo dei rifiuti organici. La compostiera, infatti, è in grado di trattare fino a 25mila kg all'anno di rifiuti con dei tempi di conversione in compost di qualità di circa 12 settimane con un processo inodore grazie al giusto bilanciamento tra carbonio (C) e azoto (N).
“Nella Provincia di Lecce – ha dichiarato Roberto Paladini, presidente di CulturAmbiente onlus - l'educazione alla riduzione dell’umido è una necessità . Il 30-35% del totale dei rifiuti prodotti, infatti, è composto dalla frazione umida e secondo i dati diffusi dalla Regione Puglia ne viene recuperato per ora solo il 3%. Il resto, purtroppo, finisce tutto in discarica. Il problema dei rifiuti – continua Paladini - non può essere risolto senza una precisa volontà politica. Nel territorio salentino la questione è ancora più problematica a causa della totale assenza di impianti di compostaggio. E’ per questo motivo che mi sento in dovere di lanciare un appello anche agli amministratori degli altri Comuni della Provincia i quali dovrebbero guardare con attenzione a un progetto come questo che riesce a sposare così bene l’educazione ambientale con la tecnologia delle compostiere collettive: macchine e sistemi di questo genere possono rappresentare ottime strategie per l’abbattimento dei costi di smaltimento a carico dei comuni”.
“Se si pensa che ognuno di noi – ha affermato l’assessore Andrea Guido – produce circa un chilo di rifiuti al giorno e che di questa quantità circa un 30% è componente organica, il cosiddetto umido, per lo più scarto dei cibi, fondi di caffè, bucce, e via discorrendo e rappresenta la parte fortemente biodegradabile dei rifiuti, si può immaginare quali benefici si otterrebbero se si diffondesse capillarmente l’utilizzo delle compostiere, sia collettive sia domestiche. Per la natura l’umido – aggiunge Guido - non è affatto un rifiuto, ma materia complessa da scomporre nei suoi mattoni costitutivi, dai quali fabbricare nuova vita. Produciamo il compost perché è un prodotto utilissimo per il nostro giardino e per i vasi delle piante, perché porta nutrimento e sostanza organica, permettendoci di ridurre l’acquisto di fertilizzanti chimici e di terriccio, con un considerevole risparmio; consumiamo meno fertilizzanti, abbassando la possibilità di inquinare l’ambiente con sostanze chimiche; compriamo meno terriccio contribuendo alla salvaguardia delle ultime torbiere esistenti al mondo. Si tenga presente che una famiglia media che pratica il compostaggio domestico sottrae allo smaltimento circa 500 chili di rifiuti organici all'anno”.