di Vittorio Polito - Giovedì 23 maggio alle ore 16,30 presso l’Archivio di Stato di Vicenza Borgo Casale 91 si concluderà il corso dal titolo «Dall’individuo alla collettività».
Il corso organizzato dall’Associazione per il Recupero e la Salvaguardia degli Archivi Storici onlus, e dall’Archivio di Stato di Vicenza ha proposto una serie di incontri finalizzati alla conoscenza della documentazione archivistica di tipo anagrafico, notarile e catastale. Sono proprio queste le carte che vengono utilizzate per la ricostruzione delle genealogie familiari.
È sembrato utile e opportuno terminare il corso con la presentazione del libro “Il lungo volo del falco” una pubblicazione nel quale l’autore, Virgilio Franzel, ha ricomposto, attraverso puntigliose e certosine ricerche, la storia di una famiglia italiana della seconda metà dell’Ottocento.
L’autore del volume non è uno scrittore di professione. Virgilio Franzel, figlio di un aviatore istriano, di Parenzo, e di una partenopea, è nato ad Avellino e vive a Bari. Dopo una lunga attività professionale nel settore dell’ingegneria elettronica ha dato finalmente espressione alle sue passioni, l’arte e la letteratura.
La scoperta casuale di oltre tremila documenti nella casa della famiglia della moglie, casa Mazza di Longobucco nella Sila greca, lo ha coinvolto in un lungo cammino di ricerca. E così passo dopo passo, dalle carte di quell’archivio ha ricostruito le vicende di una famiglia calabrese di metà Ottocento. Ma come succede sempre, la storia di questo nucleo si è intrecciata con la storia più grande, la storia comune, la storia di tutti noi. Nella giovane Italia unificata Pasquale Mazza era stato anche medico di bordo sui piroscafi che lasciavano il porto di Genova per portare i nostri connazionali nelle “Americhe del Sud”.
Ne è nato un saggio che, a parere dell’autore, non riusciva ad esprimere l’intreccio dei sentimenti che animavano quei personaggi. Il ricco epistolario allora ha dato lo spunto per immaginare pensieri e sentimenti e ricostruire gli aspetti psicologici. È scaturito un romanzo, in cui tutto ruota intorno al vetusto palazzo padronale. Aveva capito, l’autore, che Casa Mazza era qualcosa che andava al di là delle avventure terrene dei membri di quella famiglia. Era, infatti, testimone muta delle loro passioni che ai discendenti avrebbe per sempre trasmesso vibrazioni misteriose. E poiché quella stirpe si estingueva, l’autore ha desiderato, scrivendo questa storia, che quelle vibrazioni non andassero perse e che si trasmettessero ancora ai viandanti che sarebbero passati per quelle antiche stanze. Tutta la vita del protagonista è improntata al desidero di conoscere, di volare alto, di scoprire cose nuove o di vedere cose vecchie con una prospettiva diversa e con una scala di valori più ampia.
Al volume è stato concesso il Patrocinio del Comune di Longobucco.
Vivissimi complimenti all’autore, umanista per vocazione, ingegnere per necessità, che ha dimostrato di essere uno storico di professione.