di Adriana Dibattista - Un sorso tira l'altro: ma non è l'alcool ad innescarne il desiderio, bensì il sapore dell'amata “bionda”. Lo dimostra uno studio condotto dall'Alcohol Research Center, presso l'Università dell'Indiana (USA). L'incredibile ricerca, pubblicata nella rivista Neuropsychopharmacology, ha rivelato come la più popolare bevanda fermentata stimoli la produzione di dopamina.
Questa è un neurotrasmettitore con il fondamentale compito di controllo delle funzioni mentali e motorie, come la regolazione dell'attenzione, lo stato d'animo, la memoria ed il movimento.
Quando nell'organismo i livelli di dopamina sono alti, nel soggetto sono presenti sensazioni di piacere, altruismo e felicità. Basterebbe quindi un sorso di birra, senza quindi coinvolgimento dell'alcool contenuto, per innescare l'effetto della dopamina.
“Crediamo che questo sia il primo esperimento negli esseri umani a dimostrare che il gusto di una bevanda alcolica da solo, senza alcun effetto inebriante dell'alcool, possa scatenare l'attività della dopamina nei centri di ricompensa del cervello” , afferma David A. Kareken, autore dello studio.
L'indagine si è servita della “tomografia a emissione di positroni” per monitorare il cervello di un campione di 49 assaggiatori, ai quali venivano somministrate dosi della loro birra favorita. Cosicché gli scienziati hanno escluso che l'effetto sul cervello fosse dovuto dall'alcool, bensì dal rilascio del neurotrasmettitore anche con solo 15 millilitri della bevanda.
Tuttavia, l'effetto si è registrato maggiormente sui soggetti con storie familiari di alcolismo alle spalle. “Si tratta di un importante passo avanti nello studio delle cause dell'alcolismo”, continua il Kareken. Pertanto avere parenti con problemi di dipendenza dall'alcool potrebbe essere un fattore di rischio per sviluppare a propria volta alcolismo. Questo, quindi, é il primo studio che mostra come sia sufficiente il gusto di un drink a sollecitare il rilascio della sostanza-madre del piacere, al di là delle conseguenze dell'alcool.
