Blue Economy: il turismo balneare nel Salento tra salvaguardia del territorio e sostegno alle imprese


LECCE – Un forum per discutere intorno ai temi più scottanti che interessano gli operatori del settore balneare è stato organizzato dal SIB Confcommercio Lecce nell’ambito di Externa 2013, la tradizionale fiera dell’arredo degli ambienti esterni.

Pressione fiscale, erosione delle coste, ordinanza balneare 2013, politiche di sostegno alle imprese del settore: sono stati questi i temi del forum dal titolo “Blue economy: il turismo balneare”, che ha coinvolto i rappresentanti sindacali degli imprenditori che da anni operano nel comparto turistico balneare salentino in un acceso dibattito con le istituzioni del territorio.

All’incontro sono intervenuti Alfredo Prete, Presidente di Confcommercio Lecce e Segretario nazionale del SIB – Sindacato Italiano Balneari, Antonio Capacchione, Presidente Sib-Puglia, Sergio De Feudis, dirigente Ufficio Demanio marittimo della Regione Puglia, Severo Martini, Assessore al Comune di Lecce – Pianificazione e Sviluppo del Territorio.

«Tares, Imu, Iva al 21% sono solo alcune delle tasse che gravano sui titolari degli stabilimenti balneari di tutto il territorio nazionale - ha esordito Alfredo Prete nel suo intervento di apertura del forum al quale hanno preso parte numerosi imprenditori salentini - Esse rappresentano un aggravio fiscale tale da rendere alto il rischio di mettere in ginocchio un interno comparto produttivo».

«Alla pressione fiscale – ha proseguito Prete -  si aggiungono altri problemi urgenti che si ripresentano puntualmente ogni anno, quando ci si prepara a dare avvio alla stagione estiva. Tra questi, - ha precisato – non possiamo non ricordare l’annoso problema dell’erosione costiera che, ancora oggi, nonostante l’allarme sia stato lanciato più di dieci anni fa nel corso di un convegno, continua a riproporsi in tutta la sua problematicità, a tal punto da far constatare quanto gli interventi effettuati fin ora siano stati inefficaci. Ciò che manca, infatti, è quella progettualità che possa garantire una risoluzione a lungo termine. Oltre ciò, una questione che desta grande preoccupazione per i titolari di stabilimenti balneari è quella che riguarda lo smontaggio di tutte le strutture precarie collocate sull’arenile. Anche in tal caso – ha precisato Alfredo Prete – emerge l’assoluta mancanza di una regolamentazione chiara ed efficace. Gli imprenditori vivono in un clima di incertezza per via della difficile interpretazione  delle norme vigenti, con l’inevitabile risultato di incorrere con grande facilità in sanzioni che danneggiano la categoria.»

Il dibattito, particolarmente animato, è proseguito intorno ad un altro nodo cruciale che investe la categoria, ossia quello che riguarda proprio l’intero modello normativo che regolamenta il mondo della balneazione italiana, intorno al quale si è ampiamente espresso Antonio Capacchione, presidente regionale del Sib-Puglia. «Esso necessita di una profonda ed estesa riscrittura – ha affermato – poiché ormai superato per via della giurisprudenza amministrativa e delle nuove norme legislative adottate su impulso dell’Unione Europea.  Così come – ha precisato – ormai è tempo di riscrivere la parte demaniale del Codice della navigazione che risale al lontano 1942, le cui varie problematiche, come modalità di affidamento delle concessioni, natura delle opere, canoni, durata, ecc., risultano obsolete rispetto al nuovo assetto istituzionale e comunitario».

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