Crisi: Brunetta, per ripartire serve cura choc

ROMA - Per rilanciare l'economia serve "uno choc immediato. Gli imprenditori devono ritrovare il gusto del rischio, reinvestendo nell'azienda le risorse accumulate in passato. Devono puntare a far crescere la propria attività, aumentando la dimensione del proprio business, ricorrendo anche alle forme più moderne di fusioni e acquisizioni o dell'integrazione produttiva". Così Renato Brunetta, capogruppo del Pdl alla Camera dei deputati, in un editoriale pubblicato da "Il Giornale".

"Il mercato del lavoro - sottolinea - deve essere sbloccato. Basta con la difesa delle posizioni di rendita e le grandi fratture che dividono insider ed outsider. Il salario deve essere più strettamente correlato ai sottostanti livelli di produttività ed al differente costo della vita, che caratterizza le diverse parti del territorio italiano. Occorre, poi, avviare una riflessione sul pubblico impiego. I diritti del lavoratore che opera nel pubblico richiedono una protezione maggiore rispetto al lavoratore comune, che è maggioranza? Esiste poi il drammatico problema dell'evasione fiscale, da combattere ricorrendo all'intelligence, piuttosto che a strumenti vessatori".

"Questo choc - continua l'ex ministro - deve essere il punto di partenza. Se saremo in grado di prendere quelle misure, anche il verdetto dell'Europa, di fronte all'ipotesi di un mancato rispetto delle regole di Maastricht, potrà essere, in qualche modo, contrastato. Per far ripartire l'economia riteniamo fondamentale l'eliminazione dell'Imu sulla prima casa, il blocco dell'aumento dell'Iva, la totale defiscalizzazione e decontribuzione delle nuove assunzioni di giovani, la riforma dei poteri di Equitalia e la sburocratizzazione delle procedure amministrative per avviare attività produttive. Riportare l'Italia su un sentiero di crescita diventa più facile se il sentiment complessivo del mercato diventa più positivo".

"Questa è la lezione da trarre dalla sconcertante vicenda dell'Imu. L'averla introdotta, nell'attuale configurazione, ha determinato un forte orientamento negativo delle aspettative del mercato, deprimendo oltre misura il settore dell'edilizia: uno dei pochi volani, oltre le esportazioni, dell'economia. Oggi siamo in condizione di ripartire. Per portare nuovamente l'Italia a creare quella ricchezza che è il presupposto di una società migliore: maggior benessere, più equità e giustizia sociale, certezze per il futuro. Contiamo su un grande sforzo collettivo per raggiungere obiettivi che sono alla portata del nostro popolo", conclude Brunetta.

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