BARI - Crollano le compravendite immobiliari in Puglia. Nel corso del 2012 ne sono state concluse 26.675 contro le 35.632 dell’anno precedente. Ben 9mila transazioni in meno, pari al 25 per cento.
Una percentuale impressionante, elaborata dal Centro studi regionale dell’Associazione nazionale amministratori condominiali ed immobiliari (Anaci) su dati dell’Agenzia del Territorio.
Il mercato immobiliare segna il passo e «tradisce» le attese degli investitori. Il mattone, ormai, non è più considerato un bene rifugio e, al momento, non si intravedono all’orizzonte segnali di ripresa.
Eppure, per anni, è risultato il miglior investimento. Tra il 1995 e il 2010, ha reso persino di più dell’oro. Dalla vendita di un immobile, tutti ne sono usciti arricchiti. Chi più, chi meno. Ma ora, improvvisamente, sono cambiati gli scenari.
Innanzitutto, è entrata in crisi la domanda. Sono diminuite, infatti, le richieste di acquisto. In secondo luogo, non basta più aspettare un po’ di tempo, perché il valore della casa potrebbe rimanere stabile o addirittura calare, mentre l’inflazione continua a correre ininterrottamente. Terzo, in questo momento, le famiglie preferiscono di più tenersi stretti i propri risparmi o, al massimo, spendere qualche migliaio di euro per ristrutturare la propria abitazione.
I dati elaborati da Anaci Puglia sui passaggi di proprietà sono eclatanti. Nel 2012, in provincia di Bari, le transazioni sono state, in tutto, 10.703 (contro le 14.290 dell’anno precedente). Rappresentano il 40 per cento di quelle effettuate nell’intera Puglia. La contrazione è di un quarto.
La provincia più colpita, però, è Taranto. Le compravendite, infatti, sono diminuite del 30,3 per cento (da 5.273 a 3.675). Nonostante la forte contrazione, corrisponde comunque al 13,8 per cento del mercato regionale.
Anche Brindisi registra una flessione oltre la media: -26,5 per cento (da 3.571 si scende a 2.625). Lecce e Foggia, invece, si fermano sotto il dato pugliese: entrambi hanno subìto un calo del 22,6 per cento.
In particolare, il Salento che corrisponde ad un quinto del mercato regionale, passa da 6.924 a 5.359 transazioni l’anno, mentre la Capitanata da 5.574 a 4.313. L’incidenza di quest’ultima è del 16,2 per cento sul totale regionale.
Il Centro studi di Anaci Puglia ha inoltre «disaggregato» i dati fra città -capoluogo e gli altri Comuni delle rispettive province. Impressiona Lecce che registra il calo più vistoso: -39,1 per cento. Seguono Brindisi (-35,5), Taranto (-34,3) e Foggia (-33,9). Chiude Bari (-31,3). L’appeal delle città -capoluogo sembra dunque svanito e le transazioni sono in caduta libera.
I paesi, invece, scendono mediamente di meno. I passaggi di proprietà nella provincia di Taranto calano del 28,1 per cento (da 3.436 a 2.468). La provincia di Bari registra un tasso negativo del 23,5 (da 11.380 a 8.704), la provincia di Brindisi meno 23,2 (da 2.610 a 2.005), la provincia di Lecce meno 18,8 (da 5.617 a 4.564). Stessa percentuale negativa per la provincia di Foggia che passa da 4.157 a 3.377.
«La crisi economica ha paralizzato il mercato immobiliare - spiega il presidente di Anaci Puglia, Vito Lucente - La mancanza di liquidità , la difficoltà di accesso al mutuo ipotecario a tassi convenienti e le maggiori imposte che gravano sugli immobili pesano come macigni sulla vivacità del mercato. Il Governo nazionale e gli enti locali - conclude Lucente - vedono il bene immobile come fonte di tassazione, mentre dovrebbe essere oggetto di una maggiore attenzione sociale».
Una percentuale impressionante, elaborata dal Centro studi regionale dell’Associazione nazionale amministratori condominiali ed immobiliari (Anaci) su dati dell’Agenzia del Territorio.
Il mercato immobiliare segna il passo e «tradisce» le attese degli investitori. Il mattone, ormai, non è più considerato un bene rifugio e, al momento, non si intravedono all’orizzonte segnali di ripresa.
Eppure, per anni, è risultato il miglior investimento. Tra il 1995 e il 2010, ha reso persino di più dell’oro. Dalla vendita di un immobile, tutti ne sono usciti arricchiti. Chi più, chi meno. Ma ora, improvvisamente, sono cambiati gli scenari.
Innanzitutto, è entrata in crisi la domanda. Sono diminuite, infatti, le richieste di acquisto. In secondo luogo, non basta più aspettare un po’ di tempo, perché il valore della casa potrebbe rimanere stabile o addirittura calare, mentre l’inflazione continua a correre ininterrottamente. Terzo, in questo momento, le famiglie preferiscono di più tenersi stretti i propri risparmi o, al massimo, spendere qualche migliaio di euro per ristrutturare la propria abitazione.
I dati elaborati da Anaci Puglia sui passaggi di proprietà sono eclatanti. Nel 2012, in provincia di Bari, le transazioni sono state, in tutto, 10.703 (contro le 14.290 dell’anno precedente). Rappresentano il 40 per cento di quelle effettuate nell’intera Puglia. La contrazione è di un quarto.
La provincia più colpita, però, è Taranto. Le compravendite, infatti, sono diminuite del 30,3 per cento (da 5.273 a 3.675). Nonostante la forte contrazione, corrisponde comunque al 13,8 per cento del mercato regionale.
Anche Brindisi registra una flessione oltre la media: -26,5 per cento (da 3.571 si scende a 2.625). Lecce e Foggia, invece, si fermano sotto il dato pugliese: entrambi hanno subìto un calo del 22,6 per cento.
In particolare, il Salento che corrisponde ad un quinto del mercato regionale, passa da 6.924 a 5.359 transazioni l’anno, mentre la Capitanata da 5.574 a 4.313. L’incidenza di quest’ultima è del 16,2 per cento sul totale regionale.
Il Centro studi di Anaci Puglia ha inoltre «disaggregato» i dati fra città -capoluogo e gli altri Comuni delle rispettive province. Impressiona Lecce che registra il calo più vistoso: -39,1 per cento. Seguono Brindisi (-35,5), Taranto (-34,3) e Foggia (-33,9). Chiude Bari (-31,3). L’appeal delle città -capoluogo sembra dunque svanito e le transazioni sono in caduta libera.
I paesi, invece, scendono mediamente di meno. I passaggi di proprietà nella provincia di Taranto calano del 28,1 per cento (da 3.436 a 2.468). La provincia di Bari registra un tasso negativo del 23,5 (da 11.380 a 8.704), la provincia di Brindisi meno 23,2 (da 2.610 a 2.005), la provincia di Lecce meno 18,8 (da 5.617 a 4.564). Stessa percentuale negativa per la provincia di Foggia che passa da 4.157 a 3.377.
«La crisi economica ha paralizzato il mercato immobiliare - spiega il presidente di Anaci Puglia, Vito Lucente - La mancanza di liquidità , la difficoltà di accesso al mutuo ipotecario a tassi convenienti e le maggiori imposte che gravano sugli immobili pesano come macigni sulla vivacità del mercato. Il Governo nazionale e gli enti locali - conclude Lucente - vedono il bene immobile come fonte di tassazione, mentre dovrebbe essere oggetto di una maggiore attenzione sociale».
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