Enti ecclesiastici: Romano, tema è nazionale. Occorre intervengo Governo

BARI - ''Apprezziamo il lavoro che l'assessorato alla Sanità sta facendo sul caso Miulli: nonostante le difficoltà legale al Piano di rientro, al riordino ospedaliero e alle recenti sentenze sugli Enti ecclesiastici, è fuori discussione l'impegno del governo regionale per affrontare la questione salvaguardando il diritto alla salute dei cittadini, e quello al lavoro dei dipendenti dell'Ospedale di Acquaviva". Lo sottolinea il capogruppo del Pd alla Regione Puglia, Pino Romano secondo il quale "potrebbe anche rivelarsi utile, al fine di aggiungere elementi conoscitivi al caso, l'audizione in Commissione dell'assessore regionale alla Sanità e della proprietà del Miulli. Tuttavia, ribadisco che reputo oggettivamente poco percorribile una risoluzione 'pugliese' del problema, poiché nello stesso ambito rientrano anche il Panico di Tricase e la Casa sollievo della sofferenza di San Giovanni Rotondo".

"Preso atto degli altissimi costi di gestione dei sistemi sanitari, sempre più insostenibili dai bilanci regionali - rileva Romano - occorre una reingegnerizzazione delle risorse. Servono cioè soluzioni compatibili con l'efficienza e la qualità delle prestazioni sanitaire, affinchè ogni euro speso ci permetta di migliorare l'offerta di salute. Pertanto, soluzioni salvifiche a livello locale ci sembrano quanto mai improbabili".

"Il problema - per Romano - va posto all'attenzione del governo nazionale, poiché molte altre regioni, alla luce delle ultime sentenze che equiparano gli Enti ecclesiastici alle strutture private, si ritroveranno nelle stesse condizioni della Puglia. Per questo ho già spostato la questione a Roma dove giovedi' prossimo incontrerò il capogruppo del Pd alla Camera, Roberto Steranza, insieme con i colleghi capigruppo nei Consigli regionali di Veneto, Lombardia e Lazio, regioni in cui la presenza degli Enti ecclesiastici è molto alta. Con Speranza e gli altri capigruppo, affronteremo la rivisitazione del concordato sugli aspetti degli Enti ecclesiastici, individuando criteri che consentano una maggiore elasticità alle manovre finanziarie".

"Ritengo personalmente che la questione debba risolversi a livello nazionale - conclude Romano - poiché ogni altra soluzione risulterà pasticciata e dalla prospettiva incerta".

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